Franzosini “indaga” tra Manzoni e Kafka

Edgardo Franzosini è scrittore potente e generoso. Subissato e affascinato da un manzonismo linguistico filtrato attraverso la lezione novecentesca – le torsioni verbali e sintattiche di Gadda e dei suoi “nipotini” –, in un trittico di romanzi-saggio è riuscito a guadagnarsi la fiducia dei lettori. L’ultimo pannello, uscito cinque anni dopo la biografia dell’attore Bela Lugosi (il miglior Dracula al cinema di sempre), dissipa in un’indagine coinvolgente la discesa agli inferi dell’esistenza “ambrosiana”, il Cardinale è Federico Borromeo, e quindi curiale di Giuseppe Ripamonti, colui che in certo modo sarà l’ispiratore per le sue pagine “pestifere” del nocciuolo dei Promessi sposi. Franzosini ingegna la trama come fosse un “procedural movie”, non nascondendo una predilezione per le oscurità kafkiane. D’altronde il Seicento lombardo dell’ambigua colorazione in ombra delle sue quinte è stato maestro. Stasera alle 18 il libro è presentato con l’autore, Salvatore Nigro e Angelo Stella alla Casa del Manzoni di Milano.

Edgardo Franzosini, Sotto il nome del cardinaleAdelphi editore, Milano 2013pp. 172, 12 euro

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