«Rimettiamo in opera i patti per la sicurezza»

Più sicurezza, sostegno al lavoro e nuove infrastrutture. Sono queste le priorità per il Lodigiano del candidato della Lega Nord alla Camera. Guido Guidesi, 34 anni, è segretario provinciale del Carroccio e dal 2010 lavora in Regione nello staff del vice governatore Andrea Gibelli.

Le ultime sue candidature risalgono al 2009 nel Comune di San Rocco e poi in Provincia, ora si propone per il Parlamento. Non le sembra un salto importante?

«Mi sento pronto per questa esperienza. In questi anni da segretario provinciale della Lega, e poi lavorando con il vice governatore della Regione Gibelli, ho imparato a conoscere il mio territorio per filo e per segno. Sul Lodigiano abbiamo portato tanti finanziamenti e diverse opere che dovranno partire e sono già finanziate. Siamo stati l’unico tavolo territoriale, gestito dalla Regione, che ha chiuso tutta la sua programmazione che è coperta dal punti di vista finanziario per il 92 per cento».

Quali sono le opere che avete finanziato?

«Anzitutto degli interventi di difesa idrogeologica nella Bassa. Poi delle opere che hanno permesso di valorizzare le cosiddette “vie della fede”, in particolare la Via Francigena. Siamo riusciti a portare sul territorio in tre anni la bellezza di 170 milioni di euro. Un risultato eccezionale».

È inserito nella lista della Lega al terzo posto nella circoscrizione Lombardia 3 per Montecitorio. Quale risultato dovrà ottenere la Lega per garantirle un seggio?

«Non è facile fare delle proiezioni. Nel 2006 abbiamo ottenuto due parlamentari, mentre nel 2008 ne abbiamo ottenuti tre nella medesima circoscrizione. Le ultime proiezioni ci dicono anche che ci sono tanti indecisi».

Quanto peseranno nelle urne le inchieste e gli scandali che hanno travolto l’ex tesoriere del Carroccio Belsito e l’ex consigliere regionale Renzo Bossi?

«Nel novembre 2011 c’erano dei sondaggi che ci davano al 15 per cento. Poi è caduto il governo Berlusconi, perché una parte della maggioranza di allora se n’è andata. Poi sono arrivati gli scandali. In quanto è successo, la parte lesa è la Lega. Ma noi abbiamo avuto il coraggio e la grande forza di cambiare, di fare un congresso federale dove abbiamo eletto Roberto Maroni. Credo che la gente ci abbiamo riconosciuto questa forza».

Uno dei vostri “cavalli di battaglia” è il tema della sicurezza. Eppure in questi anni non si è riusciti ad arginare l’escalation di furti e rapine nel territorio. Come mai?

«Con il ministro dell’Interno Roberto Maroni avevamo cambiato il modello di riferimento rispetto al tema sicurezza: avevamo creato dei patti territoriali, con lo Stato che li finanziava e il ministero li seguiva da vicino. Poi c’è stato il cambio di governo e tutte quelle risorse sono state cancellate. Gli stessi patti della sicurezza non sono stati più messi in opera per la mancanza di fondi. Ora noi vogliamo riprendere questi piani, con Maroni in Lombardia. Non possiamo permettere che la nostra gente continui ad avere paura».

Quanti sono gli stranieri nel territorio? Ritiene che siano ben integrati nel Lodigiano?

«Al di là dei numeri, gli stranieri nel territorio sono decisamente troppi. Non sempre notiamo la disponibilità degli immigrati ad integrarsi. È vero che ci sono stranieri che rispettano le regole, ma ce ne sono anche troppi che per differenze culturali e di senso civico queste regole non le rispettano. L’equazione immigrazione uguale maggiore criminalità permane».

Per il rilancio produttivo del territorio avevate proposto come Lega di puntare sull’agroalimentare. Ci siete riusciti?

«La Provincia di Lodi e la Regione hanno fatto veramente tanto da questo punto di vista. Penso agli investimenti nel Parco tecnologico, poi i progetti per commercializzare i prodotti “a km zero”. Vogliamo procedere su questa strada, anche per cercare di rilanciare l’occupazione nel territorio. Delle vie d’uscita ci sono».

Quali sono le ricette che proponete per risolvere questa difficile crisi del lavoro?

«Si può ad esempio parlare dell’abbassamento del cuneo fiscale, di maggiore attrattività delle imprese sul territorio. Da questo punto di vista le soluzioni ci sono, ma ci vogliono le risorse. Per noi la ricetta è quella di mantenere le tasse dei lombardi in Lombardia, almeno al 75 per cento».

Il presidente di San Cristoforo Pietro Foroni si candida in Regione, così fa anche il vice presidente Claudio Pedrazzini, mentre l’assessore provinciale Nancy Capezzera corre per il Parlamento. Il mandato in Provincia è arrivato al capolinea?

«Credo che l’unico dei tre che può avere reali possibilità è Foroni. In questo modo potrà fare il bene del territorio. Qualora fosse eletto gli consiglierei di accettare questa carica, nei 90 giorni di tempo che avrà per decidere, perché dalla Regione potrebbe avere gli strumenti per tutelare ancora meglio il territorio e fare arrivare risorse. Bisogna considerare che il mandato in Provincia scadrà nel 2014, quindi verrebbe interrotto solo qualche mese prima».

Quali sono le due priorità per il Lodigiano che si propone di portare avanti in Parlamento?

«Il primo è la valorizzazione del nostro territorio, che ha margini di promozione veramente elevati, ma che fino ad oggi non sono stati espressi. Il secondo obiettivo è sbloccare alcune opere incompiute, penso ad esempio alla tangenziale di Casale, ferma al Cipe da una vita».

A quanto ammonta il suo stipendio per l’incarico in Regione? E quanto prenderà da parlamentare?

«La mia collaborazione in Regione finisce con questa legislatura. Al momento non so precisamente a quanto ammonta l’indennità parlamentare. In nome della trasparenza, qualora venissi eletto, dirò per filo e per segno come funziona il meccanismo della retribuzione di un deputato».

A maggio si voterà a Lodi per il nuovo sindaco. Qual è il suo giudizio sulla giunta uscente?

«Lodi è tanto bella quanto inespressa. Le amministrazioni comunali di centrosinistra in questi anni hanno messo un tappo sulla città, è come se fosse stata addormentata. Serve quindi un cambio radicale di mentalità. Il Comune deve valorizzare e sostenere le attività che provengono dalle associazioni. Non controllarle».

La Lega proporrà un suo candidato per la guida del Broletto?

«Non ne abbiamo ancora parlato. Per noi la battaglia da vincere è anzitutto quella della Regione Lombardia. Da lì partiremo per ogni valutazione politica. Personalmente sono contrario alle primarie. Abbiamo persone che hanno dimostrato capacità amministrative in questi anni, sia nostri tesserati che esponenti della società civile».

Matteo Brunello

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