Riconversione di un immobile sottratto alla criminalità

Insieme per “generare legami sociali e democrazia” contro il malaffare e la corruzione. Così nasce il progetto Casa bianca che, anche grazie al contributo della Fondazione Banca Popolare di Lodi, Sant’Angelo ha permesso di ristrutturare un immobile sottratto alla criminalità. L’abitazione di 35 metri quadrati in via Pandini 1 sarà destinata «a una coppia o a un nucleo monogenitoriale» in situazione di difficoltà economica e abitativa: lo ha precisato Raffaele Gnocchi di Casa Barasa, una delle associazioni che hanno sostenuto l’iniziativa. Il periodo di permanenza degli ospiti, in attesa del reinserimento sociale, varierà da 12 a 20 mesi, dietro pagamento di un affitto simbolico. Sulla soglia dei locali rinnovati si sono radunate le autorità, dall’ex sindaco Domenico Crespi, che ha visto nascere il progetto, a Domenico Beccaria, assessore alla sicurezza, in vece del sindaco Maurizio Villa, alla presidente del consiglio comunale Chiara Ciccolella. «L’amministrazione con i suoi soli sforzi non può arrivare dappertutto, quindi ben vengano proposte di questo genere», ha dichiarato Beccaria. L’appartamento, da tempo dismesso, è stato riqualificato grazie al finanziamento concesso dalla Fondazione comunitaria della Provincia di Lodi: 24 mila euro a cui hanno contribuito le parrocchie santangioline e la Fondazione Banca Popolare di Lodi, rappresentata da Roberto Rho per 6 mila euro, e Casa Barasa per altri 6 mila euro. Tra i sostenitori di “Casa Bianca”, anche l’associazione “Progetto insieme”, con il suo presidente Paolo Landi che ha dichiarato: «La bellezza di questo luogo non è marginale rispetto all’obbiettivo di dare una casa a chi non ce l’ha. Abbiamo unito l’utile, il buono e il bello». «Quando tutto è iniziato, firmando il protocollo con il commissario Mariano Savastano, non mancavano le incertezze ­ ha ricordato monsignor Ermanno Livraghi ­. Si tratta di un alloggio piccolo, con soli 2 locali e costi alti. Una goccia nel mare, ma oggi il mare non è più quello di prima». Un passo verso la legalità, secondo don Angelo Manfredi, che per finanziare il progetto ha accolto all’oratorio di San Rocco la testimonianza dei volontari dell’associazione Libera, altra realtà cofirmataria del protocollo. Reazioni positive anche dalla minoranza: «Sono orgoglioso che un bene sequestrato alla criminalità sia tornato in possesso della società civile», il commento di Giuseppe Carlin del gruppo consiliare “Sant’Angelo nostra”. «Riteniamo ­ ha aggiunto Angelo Pozzi, capogruppo di “Voltiamo Pagina” ­ che sia questa la strada da percorrere per trasformare situazioni negative in opere di bene».

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