I clienti chiamavano per andare al ristorante Rondò di Lodi, ma a rispondere era un’altra nota trattoria della Bassa, mentre quelli che arrivavano direttamente pretendevano di pagare otto euro in meno rispetto al prezzo fissato: tutta colpa delle locandine della Rassegna Gastronomica del Lodigiano, edizione 2011. E dal pasticcio gastronomico a quello grafico-organizzativo, oggi i titolari del Rondò di via Cavallotti chiedono a Provincia di Lodi e Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani oltre 9 mila euro a titolo di rimborso e di indennizzo.
La controversia sarà trattata dal servizio conciliazione della Camera di Commercio di Lodi il prossimo 30 novembre dal momento che la parti hanno fatto ricorso alla procedura della mediazione, l’istituto legale che cerca un accordo tra le parti prima di arrivare al giudice.
La vicenda risale all’edizione 2011 della Rassegna, andata in scena nel Lodigiano tra ottobre e novembre di un anno fa, e se parlassimo di teatro potrebbe essere lo spunto di partenza di una vivace commedia degli equivoci. Invece, siamo nella realtà, e la Rassegna Gastronomica è giustamente pubblicizzata tra i ristoratori lodigiani come l’evento clou dell’anno, capace in poche settimane di garantire un numero di presenze a tavola difficilmente raggiungibile in altri periodi dell’anno. Merito della tradizionale massiccia campagna pubblicitaria, oltreché del nome.
Ma se la campagna pubblicitaria scivola su una buccia di banana e le 500 mila copie delle locandine distribuite in tutta Lombardia riportano il numero di telefono di un concorrente e un prezzo di menu sbagliato, inferiore di otto euro a quello reale, allora il pasticcio passa dalla cucina all’aula di tribunale. Il ristorante Rondò infatti aveva segnalato gli errori già presenti nella prima bozza grafica a luglio 2011, chiedendo che fossero sistemati e che alla correzione fosse data ampia pubblicità. Ma la correzione non avvenne mai, nonostante le promesse degli organizzatori, quando il Rondò avrebbe minacciato di non pagare la fattura per la partecipazione, come sostiene nella memoria difensiva.
Così, mentre la Rassegna chiudeva con un più 20 per cento nelle presenze, il Rondò passava dalle 143 presenze dell’anno prima alle sole 96 del 2011, nonostante il periodo più lungo.
Nella richiesta di mediazione, il legale del Rondò denuncia senza mezzi termini «la negligenza dimostrata dagli organizzatori in tutta la vicenda, dall’inizio fino a oggi, atteggiamento che ha reso impossibile ogni composizione bonaria della controversia. Per questo il Rondò chiede la rescissione del contratto e la restituzione della somma versata per la partecipazione alla Rassegna, 2947,50 euro, oltre il risarcimento delle spese sostenute per l’acquisto di vini e pietanze richiesti dagli organizzatori e del danno d’immagine, altri 7 mila euro. E a pagare salato, questa volta, con il conto da quasi 10 mila euro, potrebbero essere Provincia di Lodi e Strada del Vino.
Coda giudiziaria per la rassegna gastronomica: un ristorante del capoluogo, il Rondò, ha deciso di fare causa alla Provincia per gli errori nel depliant 2011
© RIPRODUZIONE RISERVATA