«La crisi? Qualcosa sta cambiando...»

Il vicepresidente Claudio Pedrazzini:

«Impegnati per il lavoro»

«Il futuro del territorio? Sono ottimista. Come sempre. Certo, le difficoltà ci sono e sono molte; i problemi rimangono in agguato, ma non dobbiamo spaventarci. I risultati arriveranno». Claudio Pedrazzini, vicepresidente della Provincia di Lodi, non vede solo nubi all’orizzonte. Per lui che gestisce le deleghe economiche dell’ente territoriale (sviluppo, formazione professionale, attività produttive e innovazione tecnologica) il “sistema Lodigiano” nel suo complesso ha le risorse e le capacità per far fronte alla crisi che, avverte però, non è ancora finita.

«Siamo ancora in un momento di difficoltà legato alle condizioni del mercato e alla situazione economica generale. Ma rispetto al 2009 e al 2010 qualcosa sta cambiando: registriamo un approccio differente alla crisi da parte degli operatori e crescono i segnali di nuove opportunità, sia pure senza quella costanza che possa garantire una reale tranquillità. Ecco perché l’attenzione di tutti e dell’amministrazione provinciale in particolare dovrà essere sempre molto alta e continuerà il nostro impegno sul fronte dell’occupazione, del collocamento mirato, della formazione e naturalmente della solidarietà. Tutte problematiche che, nonostante i sempre più ridotti trasferimenti statali, rimarranno prioritarie e per le quali non sono immaginabili dei tagli: la Provincia di Lodi non vuole venire meno alle proprie responsabilità nei confronti delle fasce più deboli, soprattutto ora».

A preoccupare è la disoccupazione, che non accenna a calare...

«Sì, ha raggiunto livelli molto più allarmanti che in passato, soprattutto tra i giovani, per i quali l’indice dei senza lavoro ha toccato ormai il trenta per cento del totale. Ecco perché come Provincia stiamo pensando a un cambio di strategia per gli interventi futuri: dopo gli ultimi due anni in cui abbiamo garantito il fondo di solidarietà, passeremo ora a politiche attive in particolare per quanto riguarda i giovani e gli ultracinquantenni. Parlo di azioni mirate, da condividere con la Camera di commercio e le altre istituzioni del territorio, a cominciare dal comune capoluogo, per garantire sostegno alla collocazione delle fasce più a rischio e più colpite dalla crisi del mercato del lavoro. Penso ad esempio a bandi che premino la nuova imprenditoria giovanile».

Il fondo di solidarietà ha quindi esaurito il suo ruolo?

«Si è trattato di un’esperienza unica nel suo genere in Italia e che ha funzionato grazie al supporto di tutti gli enti coinvolti. Abbiamo dato sostegno a centinaia di famiglie in difficoltà, ma siamo convinti che sia venuto il momento di investire su strumenti che più direttamente possano favorire l’ingresso nel mondo del lavoro. Sul territorio, rimarrà comunque un impegno forte su questo fronte, grazie al fondo istituito dalla diocesi, che ha continuato a funzionare parallelamente al nostro».

Il quadro sul fronte del lavoro rimane fosco, eppure lei assessore è sempre ottimista?

«Sì, perché come le dicevo cominciano ad arrivare segnali in controtendenza, indicazioni di imprese interessate a nuovi insediamenti produttivi. Nulla ancora di concreto, è vero, ma manifestazioni di interesse che negli ultimi anni non c’erano più state e che ci fanno ben sperare per l’avvio di relazioni importanti per il futuro. Siamo qui pronti a valutare, con le altre istituzioni lodigiane, le organizzazioni di categoria e il mondo sindacale tutti i nuovi progetti e le possibili ricadute sul territorio».

Il Lodigiano cosa può mettere sul piatto?

«Per cominciare la sua posizione: si trova alle porte dell’area metropolitana di Milano, è dotato di infrastrutture importanti, è attraversato da autostrada e ferrovia veloce, la nuova Tangenziale est esterna correrà al limite del suo confine nord. Decisamente, questo territorio offre alle imprese molte più opportunità di altri».

Parlare di viabilità fa pensare soprattutto alle logistica...

«In realtà manifestazioni di interesse sono arrivate sia dal mondo della logistica che da altri settori. Ma il problema innanzitutto è quello della condivisione dei progetti. Le critiche alla logistica non credo debbano riguardare tanto la natura degli insediamenti in sé, quanto piuttosto la mancanza di un loro coordinamento. I comuni non devono pensare solo a introitare più tasse, ma devono rendersi conto che scelte come quelle di nuovi insediamenti di logistica non possono essere fatte fuori da una visione del futuro del Lodigiano condivisa a livello territoriale, che tenga conto della vicinanza delle reti infrastrutturali per evitare capannoni a macchia di leopardo in zone viabilisticamente non idonee e che non dimentichi la vocazione agricola del territorio, la salvaguardia dei sistemi occupazionali e il collocamento di personale locale. Per quanto ci riguarda siamo pronti a valutare ogni iniziativa su questi presupposti, senza preconcetti, convinti che si possa sempre trovare la soluzione migliore nel rispetto delle esigenze di ognuno».

Abbiamo parlato di collaborazione con la Camera di commercio, con sindacati e imprese e con i comuni.... Ma in tutto questo, che ruolo gioca un altro grande protagonista come il mondo del credito?

«Ancora oggi le banche sembrano rappresentare il punto debole di fronte alla crisi; quello del credito è un settore dal quale non sono arrivate le risposte forti che ci aspettava. Da un lato Bankitalia chiede alle banche un impegno forte per la capitalizzazione, che frena il ruolo di sostegno del credito alle imprese; dall’altro, Basilea 2 e 3 hanno ristretto fortemente le possibilità di intervento degli istituti. Ma se vogliamo davvero aiutare le imprese a uscire dalla crisi, le banche devono cominciare a mettere a disposizione strumenti di valutazione che non si fermino ai meri dati di bilancio, perché altrimenti da questa spirale si rischia di non uscire più».

Questo in generale, e invece a livello locale?

«Va detto che con le banche locali, e in particolare la Banca Popolare di Lodi e il credito cooperativo, il rapporto si sta consolidando e migliora anno dopo anno, grazie anche alla professionalità e alla disponibilità al dialogo mostrate dai dirigenti».

E con la Regione Lombardia le cose come vanno?

«Molto bene. Del resto, il feeling era iniziato fin dalla campagna elettorale e l’assonanza tra queste due amministrazioni che hanno radici nella stessa parte politica ha dato da subito buoni frutti. Lo abbiamo visto su uno dei temi più delicati, la progettata discarica di Senna: la facilità di interloquire con la Regione ha portato in pochissimo tempo dal nostro insediamento a sventare questo pericolo. Anche nell’ambito delle infrastrutture, la collaborazione funziona; basti pensare a progetti stradali importanti avviati grazie anche alla Regione. Ma lo stesso ruolo del governo è stato decisivo in questo ambito, con ricadute importanti sul fronte dell’edilizia scolastica, dove saranno avviate le manutenzioni di diversi plessi grazie ai 2,5 milioni di euro stanziati dal ministero delle Infrastrutture, in cui ha giocato un ruolo importante il sottosegretario Mario Mantovani».

Dal Pirellone è arrivato anche il via libera al distretto agroenergetico...

«Una sfida importante, nella quale il Lodigiano vuole giocare un ruolo di peso insieme ad altre province, per creare nuove opportunità di impresa e di recupero energetico. Siamo ancora nella fase di avvio; il Consorzio si è appena formato e vedremo quali risultati potrà portare nel discorso più ampio dell’innovazione e dell’energia».

A proposito di energia, si parla sempre più spesso di fotovoltaico nel Lodigiano, con i benefici che possono derivare al sistema economico, ma senza dimenticare l’impatto soprattutto sul settore primario, quello agricolo. Anzi, qualcuno paventa addirittura che il fotovoltaico possa diventare per questo secondo decennio del secolo quello che la logistica ha rappresentato nel primo...

«È un tema sul quale il dibattito è vivo, ma l’impegno è proprio quello di evitare il disagio o l’imbarazzo suscitati in passato da alcuni interventi di logistica. Ed infatti la Provincia ritiene che la strada maestra da seguire sia quella degli impianti sui tetti e non degli impianti a terra. Persino noi stiamo valutando la possibilità di impegnarci ad attivare misure di investimento in questo settore che riguardino gli immobili provinciali. Invece, per i parchi fotovoltaici a terra, le nostre considerazioni non possono non tener conto della ridotta estensione del territorio e della sua radicata tradizione agricola. In sostanza, dove ci sono aree artigianali e industriali diventerà più facile favorire questi interventi; dove si punta a occupare aree agricole, useremo maggiore prudenza».

Restando al tema dell’innovazione, un punto debole del Lodigiano è sempre stato la banda larga. Si prevedono novità?

«La situazione è in progressivo miglioramento. Da quando ci siamo insediati sono stati attuati ben due accordi di programma con la Regione, il primo in via di completamento e il secondo nella fase di avvio, con l’attivazione del servizio in quei comuni dove la rete non era adeguata alle esigenze delle imprese e alle attese dei giovani. Abbiamo voluto integrare il mercato provinciale con l’ingresso di nuovi operatori privati. Stiamo lavorando con la previsione di poter coprire il 90-95 per cento dell’utenza del territorio entro la fine di quest’anno o al più tardi l’inizio del 2012. La Regione ha investito parecchio sul Lodigiano e di questo ringrazio il presidente Formigoni».

Innovazione significa anche un nuovo modo di pensare la promozione del territorio?

«Certo. Ecco perché con il passaggio da Lodi Progress a Lodi Innova vogliamo creare una “infrastruttura” decisiva da questo punto di vista. La nuova società dovrà impegnarsi a supportare il territorio per coordinare l’ambito fieristico locale, per sviluppare e sostenere le attività promozionali e turistiche del Lodigiano, per creare nuove opportunità di sviluppo delle iniziative imprenditoriali. Tutto ciò in forte coordinamento con la Provincia».

A cominciare, si presume, dalla sfida di Expo 2015...

«Abbiamo risorse culturali, ambientali, naturali e gastronomiche. Un patrimonio che ancora pochi conoscono e che invece ha delle ottime potenzialità. Perché queste risorse vengano sfruttate, c’è un tremendo bisogno di servizi. In altre parole, sempre con l’aiuto delle istituzioni, occorre che i privati facciano la loro parte, dimostrino di credere in questo filone. Non basta una bellezza ambientale se attorno non ci sono servizi per il turista. E se non ci sono turisti, non è incentivata la ricettività. Il Lodigiano ha meno di duemila posti letto, pochissimi dei quali nella zona della Bassa, che al contrario ha le carte migliori per giocarsela dal punto di vista turistico. Per noi Expo ha una doppia valenza: la possibilità di proporre e promuovere il territorio; e l’opportunità di inserirci in canali di investimento e finanziamento che ci permettano di recuperare nuove risorse da investire sul Lodigiano».

Un anno e mezzo dopo l’insediamento che giudizio dà di questa amministrazione provinciale di centrodestra?

«Il mio, è ovvio, è un giudizio positivo ma di parte. Credo però sia motivato dalle tante cose che si sono fatte e anche dall’ottimo rapporto che si è creato con gli amministratori sul territorio.... Nel 2010 eravamo fuori dal patto di stabilità e molti progetti abbiamo dovuto accantonarli. Il 2011 sarà ancora un anno difficile sul fronte della razionalizzazione delle risorse, anche se stiamo comunque raccogliendo i frutti importanti di quanto abbiamo seminato nei mesi scorsi; e per il 2012 e 2013 prevediamo di aumentare anche le nuove iniziative. Alle porte ci sono sfide importanti».

Come ad esempio?

«Come quella che riguarda i rifiuti, dal ruolo importante di Eal Compost che rappresentava una perdita secca e che invece ha cominciato a funzionare, alla situazione della discarica di Cavenago, dove contiamo di contenere gli ampliamenti già previsti dal Piano rifiuti e puntiamo decisamente a limitare il conferimento a un impianto che ha già fatto il suo corso. Stiamo anche ragionando su tutte le società partecipate, con l’obiettivo di migliorare la loro efficienza ma anche di semplificare un quadro oggi molto complesso».

Ancora con ottimismo?

«Come sempre. Ci troviamo e ci troveremo di fronte delle difficoltà, ma con l’impegno di tutti potremo superarle. Come del resto abbiamo cercato di fare anche di fronte alla crisi dei grandi gruppi industriali e alla preoccupazione per il futuro di centinaia di persone che hanno perso il lavoro, creando nuove opportunità di collocamento; anche se sappiamo che ancora in tanti, troppi, sono in attesa di trovare un impiego stabile. I risultati però arriveranno, se tutti gli interlocutori coinvolti faranno la loro parte».

Renato Goldaniga

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