Il presidente sarà in quota Pd:

cinque nomi per S. Cristoforo

Il centrosinistra conquista 4 città su 5 nel Lodigiano, tra gli esponenti di spicco Uggetti, Concordati, Marini; Santantonio: «Non mi candido a nulla»

Pochi dubbi sul futuro della Provincia di Lodi. A guidarla, nei prossimi anni, sarà con buona probabilità un esponente Pd. A decidere “i giochi” per l’elezione del presidente di palazzo San Cristoforo, visto l’esito della tornata elettorale, sarà il centrosinistra, che ha conquistato 4 città su 5: Lodi, Casale, Codogno, Lodi Vecchio, solo Sant’Angelo resiste.

I tempi sono stretti, perché le elezioni dovranno essere indette alla fine di settembre, lo scenario politico è in costante evoluzione e non si escludono colpi di scena.

Dal momento che si dovrà eleggere un sindaco, così come previsto dalla riforma Delrio, i riflettori sono puntati sulle fasce tricolori di spicco: Simone Uggetti (Lodi), Gianfranco Concordati (Casale), Vincenzo Ceretti (Codogno), Luca Marini (San Martino), uno dei volti più “freschi” del partito. E, naturalmente, Fabrizio Santantonio: ex vice presidente della Provincia di Lodi (giunta Felissari), ex consigliere regionale e oggi sindaco di Maccastorna, seppur tra le polemiche. Perché la verità è che la sua decisione di candidarsi alla guida del piccolo comune della Bassa non solo ha scatenato le critiche dell’opposizione, ma non è piaciuta a più di un esponente Pd. Nessuno lo ha criticato apertamente, anzi, i vertici della segreteria, da Mauro Soldati a Enrico Brunetti e Luca Marini, lo hanno pubblicamente difeso all’indomani dell’annuncio.

Dal canto suo Santantonio ha rispedito al mittente le accuse di essersi candidato per poi approdare nuovamente in via Fanfulla. Probabilmente il neo primo cittadino faticherà a ottenere il pieno appoggio del partito, a meno che nel frattempo il mal di pancia si sia affievolito. Santantonio ribadisce la volontà di «essere protagonista del processo di riforma dell’ente provinciale». «Questo non vuole dire che mi candido a fare il presidente, io non mi candido a nulla. Semmai da sindaco contribuirò a fare la mia parte in questo processo che abbiamo davanti, per rivedere l’istituzione che dovrà essere al servizio dei comuni. L’iter è molto complesso e i tempi sono anche stretti. In questo contesto la guida di San Cristoforo dovrà trovare un consenso tra i vari amministratori, in una logica che non si limita ai soli schieramenti politici di centrodestra e centrosinistra, in un modello che dovrà essere di collaborazione istituzionale. Bisognerà poi capire lo stato anche finanziario dell’ente, che potrebbe avere problemi al raggiungimento del patto di stabilità, e occorrerà inoltre capire quali saranno effettivamente i compiti che saranno alla fine assegnati a San Cristoforo».

Da quest’anno, infatti, per effetto della riforma Delrio, cambiano funzioni e compiti delle Province, oltre al metodo di elezione dei suoi rappresentanti.

Sul futuro di San Cristoforo il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, ha chiarito che «occorre prima ragionare sui temi e poi discutere delle persone».

«Serve una riflessione più di tipo istituzionale che politico, perché per la Provincia ci sarà un’elezione di secondo livello, che interesserà solo gli amministratori – spiega – sono convinto quindi sia necessario fare una riflessione prima sui temi, con un confronto ampio ad esempio sul futuro del Parco tecnologico, Lodinnova, trasporto pubblico, Università, semplificazione amministrativa, coesione territoriale». E su un suo eventuale impegno diretto alla guida della Provincia, il primo cittadino di Lodi ha fatto sapere che ogni scelta verrà valutata a tempo opportuno.

Uggetti ha fatto anche un’analisi del voto sulle europee: «È stato un risultato inatteso in queste proporzioni, che ci rafforza come Paese e carica anche molto di responsabilità. Mi ha fatto davvero un certo effetto ed è una grande soddisfazione per noi lodigiani avere al tavolo dei vertici del Pd l’ex primo cittadino di Lodi, Lorenzo Guerini, vice segretario del Partito democratico. Per quanto riguarda il dato di Lodi città, il 46 per cento raggiunto è un segnale molto forte, uno dei dati più alti del territorio e tra i capoluoghi di provincia lombardi. Si tratta di un risultato alle elezioni europee, che nasce in quel contesto».

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