La “lezione” dei nonni: «Usare i prodotti della stalla e dell’orto»

Lo chef Simone Virtuani guida La Vecchia Osteria, a Cà del Parto, a Brembio

Lo chef Simone Virtuani, quarantottenne, ha la capacità di nascondersi e, al tempo stesso, di essere una persona vera, autentica. Si nasconde quando sparisce nel suo orto, luogo amatissimo, sfuggendo al resto del mondo; e quando, ai grandi interrogativi della vita, cerca le risposte ufficiali nel dizionario delle tradizioni. Ma è un imprenditore di intelligenza acuta, un ottimo cuoco e, abbassata la guardia, svela sensibilità profonde, di grande umanità.

La Vecchia Osteria, a Cà del Parto, frazione di Brembio, è una meta costante per i buongustai. E, quando non era ancora che un ragazzo, Simone veniva considerato la vera grande novità della ristorazione lodigiana. Gli chiedo se ha mantenuto quelle premesse, se è contento del suo percorso: «Non ho mai pensato al mio personale grado di soddisfazione - mi spiega -, e comunque le conferme arrivano un giorno per volta, rispecchiando quella che è stata la mia storia».

Che vuoi dire, Simone?

«La mia è la terza generazione in cucina della famiglia Virtuani. Sono uno che è arrivato a poco a poco alla meta. Lo conosci il famoso detto cogli l’arte e mettila da parte? È quello che ho fatto io, osservando i parenti. All’inizio, ho imparato a conoscere le materie prime: pasta, ravioli, salumi, pane. Ho aggiunto la mia passione, l’interesse a capire i processi di lavorazione e di trasformazione. Da quando ho cominciato, non mi sono più fermato».

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