Quell’italiano “medio” fra Porta e Manzoni

Non solo dialetti versus lingua letteraria (con la tarda codificazione manzoniana e la recente diffusione di una lingua media grazie alla forza unificante della televisione); nella storia dell’italiano c’è un terzo incomodo. È l’italiano “pidocchiale” di cui parla un personaggio di un racconto di Tommaso Landolfi. In altre parole quella forma espressiva che utilizzavano i semicolti nelle conversazioni (e negli scritti) fra loro o nei confronti di interlocutori più “alti“ (soggetti singoli o istituzioni) ma anche questi ultimi (la Chiesa in primis per le sue istanze di catechesi) nei confronti dei primi. Un italiano “medio”, che ha attraversato, mutando, almeno 4 secoli - dal Cinquecento in su - e che è rintracciabile dalla ricca documentazione emersa negli ultimi decenni (scritti privati, lettere e testi elaborati da figure intermedie) che ora Enrico Testa raduna in una suggestiva cornice interpretativa. Si tratta di un saggio argomentato e brioso, che si presta alla lettura anche dei non addetti e che apre scenari nuovi di rilettura del nostro passato linguistico tutti da scoprire.

Enrico TestaL’italiano nascosto - Una storia linguistica e culturaleEinaudi, Torino 2013pp. 321, 20 euro

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