San Donato, indagato Baldassarre

C’è anche il neo assessore allo sport del Comune di San Donato Milanese Gianfranco Baldassarre, Pdl, 36 anni, tra i 12 indagati nell’inchiesta della procura di Milano per l’ipotesi di finanziamenti illeciti o non debitamente segnalati alle autorità a favore di politici o partiti, inchiesta che coinvolge anche l’assessore regionale Romano La Russa.

«I fatti che mi vedo contestare risalgono al 2011, quando ero in corsa per il consiglio comunale di Milano - spiega Baldassarre, che ha ritirato ieri pomeriggio l’avviso di fine indagini - e stiamo parlando di mille manifesti e 50mila “santini”, per un valore di 1.200 euro. A quanto leggo nell’“avviso”, il dottor Luca Ruffino, che è un mio amico ma con il quale non ho mai avuto rapporti legati ad appalti, avrebbe regolarmente fatturato i manifesti che ha fatto per la mia campagna elettorale, ma senza annotarlo nel bilancio di un’azienda, la Constructa, che io nemmeno conosco. Sono sereno, io la mia rendicontazione delle spese elettorali l’avevo fatta, e chiederò di essere interrogato dai pm. Non ho mai nemmeno avuto nulla a che fare con l’Aler; confido in uno stralcio e in un’archiviazione al più presto: ho la coscienza a posto, continuerò a fare politica a testa alta».

Piena fiducia anche dal sindaco Mario Dompé: «Io e la giunta abbiamo appreso con grande sorpresa la notifica dell’avviso all’assessore Baldassarre. Per come l’abbiamo conosciuto in questi mesi di lavoro condiviso, siamo certi che la questione, relativa a fatti antecedenti al suo arrivo in municipio, si rivelerà un nulla di fatto. Attendiamo dunque con fiducia e serenità l’esito dell’inchiesta».

Secondo i pm Alfredo Robledo e Maurizio Romanelli, soldi per manifesti e “santini elettorali” sarebbero stati versati da parte dell’imprenditore Luca Giuseppe Reale Ruffino, amministratore unico della società “Constructa Srl”, anche all’assessore regionale La Russa, fratello dell’ex ministro: «Questo imprenditore è dirigente del partito - il commento di La Russa - e mi avrebbe aiutato sobbarcandosi il costo di qualche mio manifesto per un totale di meno di 5mila euro in due campagne elettorali. Se è stato commesso qualche errore tecnico, da parte mia o del mio committente elettorale, è subito evidente che tutto si ridurrebbe al fatto di non aver scritto nell’apposita dichiarazione il modestissimo contributo elettorale previsto e consentito dalla legge. Sono indagato solo per un eventuale errore burocratico».

A Ruffino, per la posizione di Romano La Russa, i pm contestano “un contributo concretizzatosi nel sostenere i costi per la stampa di manifesti elettorali e dei “santini”, versati in violazione delle norme di legge che prevedono la preventiva delibera dell’organo sociale della società finanziatrice e la iscrizione nel relativo bilancio del contributo erogato, adempimenti questi non effettuati”.

Uno dei filoni dell’inchiesta, che ha portato a un “avviso” di dieci pagine, ipotizza anche che un altro degli indagati, in concorso con un funzionario dell’Aler di Milano, avrebbe dato ordini di frazionare appalti per due milioni di euro complessivi, tra il 2009 e il 2011, per verde e pulizie nell’edilizia residenziale pubblica, al fine di rimanere al di sotto della soglia di 193mila euro che avrebbe imposto gare di evidenza pubblica, e procedere all’incarico alle ditte per affidamento diretto.

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