S. Donato, Berlusconi suona la carica

Sorpresa ieri sera a San Donato: la carica al «nuovo» popolo di Forza Italia la suona direttamente lui, Silvio Berlusconi al telefono da Arcore. «Forza Italia è un grido naturale di incitamento, «Pdl» proprio no - ha detto fra le altre cose, messo in vivavoce dal deputato sandonatese Luca Squeri - torniamo quindi a esprimere fiducia e ottimismo nell’Italia nel modo più naturale». E ancora, riferendosi al momento della verità sulla decadenza da parlamentare: «Sono sotto assedio; siamo sotto assedio. Il 27 novembre al Senato potrebbe essere compiuto un atto che «decapita» 9 milioni di elettori italiani del loro leader legittimo. Ma io ho molte speranze che alla fine non accada; che succeda qualcosa, alla Corte europea dei diritti dell’Uomo o altrove. Un voto palese su una vicenda giudiziaria individuale sarebbe stato illegittimo persino nello Statuto albertino del 1848».

Non se l’aspettavano proprio, i circa 150-200 che ieri sera si sono ritrovati in municipio con bandiere e simboli che lasciano alle spalle la storia Pdl. Verso le 22 Berlusconi ha telefonato. Una riflessione politico-programmatica, di sapore fortemente preelettorale, su questo tornare-andare avanti con Forza Italia 2.0. «Noi italiani non sappiamo ancora votare - ha osservato - perché non riusciamo a generare un vero bipolarismo come lo conoscono negli Stati Uniti». Durissime le parole verso la magistratura, accusata di « inseguire tuttora l’ideologia comunista dell’ottenere il fine con qualunque mezzo».

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