Sono pronti a tutto, gli attivisti del comitato ambiente e salute di Sesto Ulteriano: il possibile insediamento della Mit Nucleare non sono proprio disposti ad accettarlo. La mozione di diniego approvata unanimemente nel consiglio comunale di martedì non è bastata a soddisfare il drappello di sestesi venuti ad assistere alla seduta, alla quale sono seguiti dieci concitati minuti di faccia a faccia tra comitato e sindaco, con accuse all’amministrazione di scarsa incisività sul tema.
Pesa, nella memoria degli attivisti, il ricordo della battaglia contro l’arrivo della Druck Chemie. Anche allora alla mobilitazione era seguita una mozione con consenso bipartisan: non abbastanza per impedire l’avvio dell’attività a rischio.
Di conseguenza, durante l’assemblea pubblica a Sesto di novembre scorso Lorenzano aveva promesso di avviare un’azione di modifica del Pgt entro marzo 2013: ecco che il ritardo accumulato, portato allo scoperto dalla richiesta di insediamento inviata con tempismo eccezionale dalla Mit Nucleare, ha dato motivo al comitato sestese di porsi in atteggiamento critico verso il primo cittadino.
La ditta, che tratta rifiuti pericolosi (anche radioattivi), si andrebbe a collocare in via Benaco 11, ed ha appena avviato l’iter burocratico.
Due settimane fa è stata chiesta la verifica di assoggettabilità alla Via (valutazione di impatto ambientale). La mozione, firmata dal Pdl Vito Nicolai e emendata dal Pd, prevede la rapida convocazione di una commissione che studi la documentazione e, entro il 10 maggio, stili «un documento prescrittivo (volto alla definizione degli strumenti utili per la formulazione di diniego all’insediamento».
Strumenti che nello specifico, ha illustrato il sindaco, consistono in una modifica del Pgt che sancisca l’equiparazione delle aree residenziali a quelle ad alta densità di popolazione. In sintesi , non sarà necessaria un’area residenziale nelle vicinanze per impedire l’insediamento di una ditta a rischio, ma basterà un centro commerciale, così come un campo da calcio o qualsiasi struttura attraversata da un elevato numero di persone. Lorenzano, tuttavia, ha ribadito che «il comune non è l’ente preposto a esprimersi su questa faccenda, che è di competenza regionale. Può solo porre dei paletti», in risposta all’accorato appello di Nicolai e di altri membri di opposizione e maggioranza. «Nel documento della Mit Nucleare si parla di 165 tonnellate al giorno di materiale a rischio - così l’esponente di centro destra -, su strade oltretutto disastrate: non si può pensare di concentrare tutto a Sesto».
Dal comitato promettono di dare battaglia contro il nuovo insediamento produttivo che potrebbe spuntare a Sesto Ulterioano: «Valuteremo forme di protesta che mettano in evidenza il problema, informando la cittadinanza dell’esistenza di un comitato che si sta battendo».
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