La protesta no stop dei 50 portinai Eni spediti a casa

Presidio “no stop” per i portinai e gli addetti alla reception di Eni, i quali ormai da una decina di giorni tutte le mattine salgono sulle barricate con manifestazioni di protesta davanti al Quinto Palazzo del colosso petrolifero a San Donato.

Il gruppo di 50 addetti, che è stato licenziato venerdì dalla Security Service, l’impresa uscente nella gestione del servizio, in questa fase sta portando avanti una trattativa serrata con Eni e con il nuovo gestore, il consorzio Prodest, a cui chiede sostanzialmente un accordo che preveda le stesse condizioni e le medesime garanzie che erano contenute nel contratto multiservizi che li ha coperti sino ad ora. I diretti interessati hanno infatti detto da subito “no” alla proposta di un contratto fiduciario che hanno ritenuto penalizzante, pertanto al posto di essere assorbiti nell’organico dell’operatore che ha vinto l’appalto, nei giorni scorsi hanno ricevuto la lettera di licenziamento.

Tra le partisi sono già tenuti alcuni confronti, ma il gruppo di portinai e addetti alla reception lamenta di non aver ancora ricevuto una risposta soddisfacente alle proprie richieste, a partire dalla retribuzione. In base ad alcuni conteggi, effettuati dai referenti sindacali, se sino ad ora ciascuno degli operatori ha avuto una busta paga di 1.237 euro più la 14esima, il nuovo contratto prevedrebbe un importo di 1.180 euro compresa la 14esima. In un volantino si legge: “È questo il modo con cui l’Eni è vicina ai lavoratori? Appaltando servizi a prezzi sempre più bassi senza preoccuparsi di quanto le società potranno pagare i dipendenti?».

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