La voce che parte dal Nord infiamma il cuore del Sud

Merita tutto l’apprezzamento possibile ogni segnale di solidarietà che cittadini ed esponenti politici, in particolare l’Assessore Prov.le Nancy Capezzera ed i consiglieri provinciali PDL Nicola Buonsante ed Emanuele Arensi, meritevolissimi di pubblico encomio e ringraziamento, hanno espresso a favore dei due fucilieri del Rgt.“S.Marco”, ingiustamente e truffaldinamente arrestati in India.Constatare che, non solo nella mia Puglia, Regione che da sempre ospita il Rgt. “S. Marco” , ma anche dalla Lombardia, più di qualcuno alza la voce a sostegno di quei due sfortunati sott.li, riempie il cuore di giubilo ed amor patrio.Tale impegno, in periodi in cui soffiano gelide e nefaste folate di separatismo, appare come la sublimazione di una fusione tra un valore laico (quello della Patria) ed uno religioso (tra i tanti la solidarietà verso chi soffrendo senza colpe). Se, poi, la voce parte dal profondo Nord allora è sicuro che essa infiamma il cuore del profondo Sud. Ancora oggi, moltissimi nostri giovani,dopo 150 anni dall’unità d’Italia e quasi 70 dalla fine della 2^ guerra mondiale, a causa della notoria crisi occupazionale, pur di non rimanere a carico delle rispettive famiglie d’origine, vestono quella divisa che da sempre ha dato sostentamento ed un progetto di vita futura. Il percorso, nella maggioranza dei casi, corrisponde a quello di ragazzi, che ,dopo le contemporanee esperienze scolastiche e di vita, passate tra i banchi di istituto, gli oratori o attività nelle parrocchie o nell’Azione cattolica, si arruolano nelle FF.AA e nelle FF.OO. per iniziare dignitosamente il proprio iter professionale e camminare con le proprie gambe.I nuclei familiari, al momento della partenza dei propri congiunti, si smembrano, perdendo componenti importanti e pregiati ma nulla e nessuno può e potrà fermare simile allontanamento.Ho letto numerose espressioni di vicinanza ai due marò, da parte di tanti italiani, ma quello provenienti da cittadini del Lodigiano è veramente peculiare perché proviene dalla terra che ha dato i natali ad una colonna del cattolicesimo contemporaneo e ad uno dei più conosciuti ed importanti cappellani militari del ‘900: Don Carlo Gnocchi. È stata la sua memoria a spingermi a scrivere queste modestissime note. Egli, che come è notorio, visse il primo e secondo calvario della Tridentina e degli Alpini sul fronte Greco-Albanese e Russo, portando, a sprezzo del costante pericolo di vita, in ogni momento, il conforto della fede ai combattenti, arrivando a dare l’estrema unzione ai morenti sotto il violento fuoco nemico, se, oggi, fosse con noi, sarebbe sicuramente al fianco dei due giovani sott.li Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.Il Santo di S. Colombano, se fosse ancora in servizio, sarebbe stato molto convincente e risolutivo perchè, come era solito fare, infondendo coraggio e sostegno a chi lontano dalla propria Patria e Famiglia, adempiva al proprio dovere, avrebbe ripetuto anche a noi una sua frase, sintesi della ns. appartenenza cristiana:”Dove c’è l’uomo lì c’è Dio”. Con stima e simpatia e... “Laudetur Jesus Cristus”.... leggendo quanto sopra redatto è chiaro che anche io “profumo “di sagrestia...”.

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