
LA RIFLESSIONE «Questione morale, un virus silenzioso che percorre l’Italia»
La lettera di Franco Maria Morabito
Un virus silenzioso percorre l’Italia, da nord a sud, isole comprese. Non è biologico, ma politico:
la questione morale, che oggi riguarda quasi tutti i partiti e diversi amministratori pubblici. Da alcuni ministeri a svariate regioni, da un buon numero di Comuni grandi e piccoli, la cronaca è punteggiata di scandali e indagini giudiziari che alimentano la distanza tra cittadini e istituzioni, moltiplicando sfiducia e astensionismo.
Un tempo credevo che certe vicende riguardassero solo il centrodestra, più vicino ai poteri forti.
Oggi, con amarezza, vedo che la corruzione e l’opacità hanno attraversato anche il centrosinistra, incrinando profondamente la fiducia di chi aveva creduto nella “diversità” del PCI di Enrico Berlinguer.
Non si tratta di poche mele marce: è un sistema che intreccia politica e affari, in cui i capitali di dubbia origine trovano spazio e legittimità. Milano, con le sue trasformazioni urbane che hanno espulso intere fasce sociali, ne è un esempio doloroso: mentre i privati accumulavano ricchezze, le famiglie vedevano crescere affitti e prezzi insostenibili.
La destra e la sinistra si accusano a vicenda, ma raramente fanno autocritica. È più facile prendersela con la magistratura che guardarsi allo specchio. Eppure, come ricordava il magistrato Rosario Livatino: “Prima di essere credenti bisogna essere credibili”.
Tra le cause del disincanto verso la politica ci sono anche alcune riforme istituzionali volute dal centrosinistra e condivise dal centrodestra. Due soli esempi:
-L’abolizione delle Province, sostituite dalle Città Metropolitane, ha prodotto istituzioni lontane e
poco percepite dai cittadini.
-L’elezione diretta dei sindaci ha rafforzato i poteri degli esecutivi, svuotando i consigli comunali e lasciando spazio a un sistema poco rappresentativo: in molti piccoli comuni i sindaci governano con il consenso di meno di un terzo degli elettori.
Introdurre almeno il doppio turno nei comuni piccoli quando nessun candidato supera il 51%, sarebbe un passo per restituire voce agli elettori.
Ma su questo terreno nessuno, né da destra né da sinistra sembra voglia intervenire.
Riavvicinare il popolo alla politica, per la sinistra la sfida è ancora più urgente. L’omologazione al
liberismo e l’abbandono della propria identità hanno eroso forza attrattiva e credibilità.
Recuperare la lezione di Enrico Berlinguer, che già nel 1981 denunciava la questione morale come nodo politico decisivo, potrebbe essere il punto di ripartenza. Non basta riprodurre i suoi occhi sulle tessere: servono scelte concrete, coraggiose, anche a costo di perdere qualche “potere” locale per riconquistare la fiducia degli ultimi e degli sfruttati.
Concludo questa modesta riflessione sintetizzando queste parole di Pasolini, che racchiudono appieno il mio pensiero: “Bandiera rossa ridiventa straccio.. e il più povero ti sventoli”.
Franco Maria Morabito
Paullo
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