«Uomini e donne con pari dignità»

«Pessimismo della ragione e ottimismo della volontà», diceva Gramsci e questo è il suo motto preferito. È per questo che Danila Baldo, insegnante di filosofia al Maffeo Vegio e per 9 anni consigliera di parità provinciale, ha deciso di candidarsi al senato, nelle liste di Sinistra, ecologia e libertà.

Come mai si candida?

«È necessario “esserci” per un radicale cambiamento, partendo dai bisogni della società civile».

Quali bisogni?

«Uno è quello della pari rappresentanza fra uomini e donne nella governance. Sel è l’unico partito che vede nel Lodigiano la presenza di una donna a coordinare e che si è aggiudicato l’Oscar della parità di genere a livello lombardo. A fronte del 33 per cento di donne nelle liste, le candidate Sel sono ben il 51 per cento e la metà sono capolista, cioè eleggibili».

È importante ci siano le donne al Parlamento?

«Sì, per dare possibilità di decidere a chi già agisce con efficacia nella società. Questo è quello che può anche portare a sconfiggere la violenza di genere, in aumento sia nell’aspetto psicologico (con i messaggi delle pubblicità sessiste) sia in quello fisico (stalking e maltrattamenti) sia in quello economico (precariato o disoccupazione)».

Per cosa s’impegnerà?

«Il mio impegno è per una democrazia paritaria, la diffusione di una cultura di genere, perché “non si governa senza le donne”. Le donne, che studiano, che lavorano, che hanno in famiglia ancora maggior peso di responsabilità domestica, non vedono poi riconosciuto questo loro essenziale ruolo e nell’immaginario comune compaiono spesso in modo dicotomico o solo come madri o solo come begli oggetti del desiderio maschile. Le poche che arrivano ad avere incarichi di responsabilità, vengono viste più come uomini che come donne, e denominate anche al maschile: il sindaco, il prefetto, l’avvocato, il ministro e non la sindaca, la prefetta, l’avvocata, la ministra».

La ricetta per un paese migliore? «Città a misura di bambini e bambine: attenzione agli spazi di verde pubblico, campagne di sensibilizzazione nei confronti dei commercianti affinché creino degli spazi all’accoglienza delle famiglie (menu per bambini, seggioloni, matite per intrattenimento, fasciatoi)».

Perché proprio Sel?

«Aderire a Sel vuol dire per me anche mettere come priorità il lavoro: mia figlia, plurilaureata e specializzata, ha ancora un contratto atipico, e tanta grazia che ce l’ha. Mio figlio sta terminando l’università, con tante ambizioni ma scarse prospettive. Come tantissimi giovani cerca la sua realizzazione in un contesto che pensa a salvaguardare le banche e i grandi capitali e non a investire a lungo termine sull’occupazione».

Cosa si può fare per il lavoro?

«Favorire la ricerca attiva di lavoro, sviluppando gli sportelli di informazione, facendo incontrare domanda e offerta, puntando sullo sviluppo di turismo e cultura, ambiente, piccole e medie imprese, agricoltura e infrastrutture».

Quali spese tagliare?

«Quelle per sottomarini e caccia bombardieri, vietati dall’articolo 11 della Costituzione, e della politica corrotta e sprecona. Bisogna trovare i fondi necessari nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale e nella lotta alla criminalità organizzata».

C. V.

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