Se oggi celebriamo i centocinquant’anni anni dell’Unità d’Italia, è doveroso tributare i giusti onori a tutti quegli eroi, noti e meno noti, che diedero vita al Risorgimento. Anche il Lodigiano svolse un ruolo importante nel processo di unificazione nazionale, come è stato ricordato ieri sera nel corso della “Notte tricolore”, la suggestiva rievocazione storica andata in scena sul palco dell’auditorium Bipielle in via Polenghi. Attraverso una decina di “quadri storici”, i numerosi spettatori presenti in sala hanno potuto rivivere le fasi salienti delle guerre d’indipendenza, fino alla proclamazione del Regno d’Italia del 1861.
La serata, inizialmente prevista in piazza della Vittoria e poi spostata al coperto causa maltempo, si è aperta con un minuto di silenzio, suggerito dal direttore del “Cittadino” Ferruccio Pallavera, in memoria delle vittime dell’immane terremoto che ha sconvolto in questi giorni il Giappone. Un gesto sentito e dovuto anche nel giorno in cui l’assoluta protagonista era l’Italia, la cui tribolata unità è stata raccontata attraverso letture, musiche, filmanti in bianco e nero e rappresentazioni storiche.
Sul palco, agghindato con fiori bianchi, rossi e verdi, si sono succeduti plotoni di soldati austriaci, francesi, piemontesi e comuni cittadini dell’epoca, per finire con l’entrata in scena dei garibaldini in camicia rossa capeggiati dall’ “eroe dei due mondi”. Tante le associazioni coinvolte nello spettacolo, organizzato dal comune e sponsorizzato dalla Banca Popolare di Lodi: il gruppo storico e culturale di Zelo Buon Persico, il gruppo storico Melegnano 8 giugno 1859, la società Lombardo-veneta del tiro ad avancarica di Milano, il gruppo storico Centesimo di linea francese, il gruppo storico cannone e moschetti sezione Madole di Savona, il gruppo storico di Montichiari e il Primo reggimento reale italiano.
I vari momenti del processo di unificazione italiano sono stati scanditi dalle letture di Aldo Papagni, vice direttore del “Cittadino”, e Carla Galletti, che hanno recitato alcuni brani sulle vicende lodigiane tra il 1848, anno dei moti rivoluzionari quando «nel giro di un mese e mezzo l’Italia diventò un Paese costituzionale», e il 1861. Tra questi un affrescodi Cesare Vignati estrapolato dalla “Storia di Lodi”, una memoria di Leopoldo Gorla, patriota lodigiano testimone delle Cinque giornate di Milano al termine delle quali la città si liberò del dominio austriaco, e un passo di Cristina di Belgioso sull’arrivo a Lodi dell’esercito piemontese capeggiato da Carlo Alberto. Tra i personaggi ricordati, anche la figura del tenente Eugenio de Roussy e i lodigiani presenti nella spedizione dei Mille di Garibaldi.
A fare da colonna sonora, le musiche del corpo bandistico “Giuseppe Verdi” di Zelo Buon Persico diretto dal maestro Giuseppe Merlo, che ha proposto un ampio repertorio verdiano insieme ad alcuni valzer viennesi. La grande festa si è conclusa con la lettura della proclamazione ufficiale del Regno d’Italia, e con l’esecuzione di ben tre inni nazionali.
In sala sono risuonate infatti le note dell’immancabile inno italiano, scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro, ma anche di quello francese e di quello tedesco, come auspicio per un futuro di fratellanza e collaborazione tra i popoli europei.
Una suggestiva rievocazione storica nell’auditorium Bipielle di via Polenghi a Lodi ha aperto ufficialmente le celebrazioni a Lodi per i 150 anni dell’Unità
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