
«Hai visto Carlo, come sono stati bravi i nostri figli. Ti sei perso tutto. Affronto sola tutti i problemi quotidiani, le preoccupazioni, le scelte difficili e vivo le gioie come quella di oggi con il cuore spaccato a metà». Lo scriveva nel 2009 Paola Mazzola, vedova di Carlo Venturini, tecnico di laboratorio 41enne di Castiglione, tra le vittime della strage di Linate. Gli scorci di vita quotidiana, in cui le assenze pesano come macigni, in dieci anni sono tanti, troppi. E il dolore non fa mai un passo indietro. «118 nomi sono un elenco lungo, interminabile - racconta adesso con un filo di voce Paola -. Il primo pensiero va a loro, tutti troppo giovani per andarsene. Chi è rimasto, vive, va avanti, ma niente sarà più lo stesso. È sempre difficile parlare e in queste ricorrenze lo è ancora di più: a volte si sente il bisogno di viverle in modo molto intimo, ma poi se si pensa alle circostanze, alla strage immane, si cambia idea. E si partecipa alle iniziative del comitato, che nei primi anni ha creato una rete di solidarietà e di condivisione del dolore. Con la Fondazione, forse, l’obiettivo è parzialmente mutato e punta alla sensibilizzazione sui rischi. I miei obiettivi personali, però, rimangono sempre gli stessi: l’amore, l’affetto, il ricordo. E per questo devo ringraziare i tanti amici che mi sono stati vicini in questi anni e che continuano a starmi vicino in questi giorni». Per Paola, come per tutti gli altri familiari, che in questi anni si sono stretti intorno al ricordo. Una ferita che, tra Adda e Lambro, sanguina ancora anche per Luigi Mussida, imprenditore di 54 anni della società Nuova Odo, nato a Casale, ma trasferitosi a Orzinuovi. Sulla sua pagina del ricordo (per ogni vittima il sito della fondazione ne ha aperta una, nel tempo diventata una sorta di muro del pianto), c’è anche il messaggio del nipote, probabilmente nato dopo la strage («Nonno! Sono arrivato anch’io a volerti bene e a ricordarti!»). Fabio Mangiagalli, 33 anni di San Donato, rappresentante, era la più giovane delle cinque vittime. Anche per lui i ricordi, tra cui quelli degli amici della frazione Poasco, sono tanti e i messaggi non si affievoliscono con il passare del tempo. Come non si riducono per Attilio Lazzarini di Lodi, quartiere Albarola, top manager 51enne della multinazionale anglo-svedese Astra-Zeneca, che ha lasciato tre figli (di 8, 17 e 20 anni) o per Sandro Carlin, 55 anni, che a Riozzo ha lasciato i figli di 20 e 27 anni. Per il decimo anniversario dall’immane tragedia, che proprio due lodigiani hanno portato in un teatro (l’attore Giulio Cavalli e il giornalista de “Il Cittadino” Fabrizio Tummolillo, autori dello spettacolo “Linate 8 ottobre 2001: la strage”), il calendario di eventi è fitto. Il consiglio comunale di Milano si riunirà oggi alle 14.30 in seduta straordinaria in memoria del disastro. Sabato 8 ottobre alle 8.10 all’aeroporto di Linate, la cerimonia riservata ai soli familiari delle vittime, mentre tutto lo scalo si fermerà per un minuto. La Santa Messa è invece prevista nel Duomo di Milano alle 10 (celebrata dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, e accompagnata dai canti del coro del Duomo). Alle 11 il trasferimento al Bosco dei Faggi, il monumento dedicato alle vittime, per la deposizione dei fiori e il saluto del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, del governatore della Lombardia Roberto Formigoni, del presidente della Sas Mats Jansson e del presidente della Sea Giuseppe Bonomi. A chiudere la mattina, la canzone scritta dal giornalista de “Il Cittadino” Fabrizio Tummolillo e musicata dal cantautore bresciano Riccardo Maffoni, che la interpreterà per la prima volta. I familiari, poi, si ritroveranno anche al Teatro della Scala domenica 9 ottobre alle 15.30 per il concerto della Filarmonica della Scala diretta da Roland Böer, mentre lunedì alle 11 a Palazzo Marino verrà consegnato per la prima volta un premio di laurea da 6 mila euro, che il comune di Milano ha deciso di assegnare a laureati e ricercatori che hanno approfondito la tematica della sicurezza del trasporto aereo.
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