Un piano per eliminare le nutrie dal territorio

Armi da sparo, gassificazione e sterilizzazione tra gli strumenti autorizzati dalla Regione per eradicare totalmente le nutrie dal territorio lombardo. Il Lodigiano è uno dei territori più colpiti e le province dovranno coordinare gli interventi.

La commissione Agricoltura della Regione ha varato il piano di contrasto al proliferare delle nutrie, un’emergenza che fa registrare la presenza ormai di oltre 2 milioni di roditori (alcune stime spingono la conta fino a 3,5 milioni di esemplari) con danni pesantissimi all’agricoltura. Il via libera è arrivato oggi a larghissima maggioranza, con la sola astensione del Movimento 5 Stelle.

«Il piano ha come obiettivo l’eradicazione della nutria dal territorio regionale, con metodi di abbattimento più variegati rispetto al passato – ha spiegato il relatore, Carlo Malvezzi - Il provvedimento consente inoltre di colmare il vuoto normativo e operativo derivato dalla modifica della legge 157/92 che ha sospeso in Lombardia i piani provinciali di abbattimento, con gravi riflessi sulle coltivazioni nelle province lombarde e in particolare a Mantova, Cremona, Lodi e Brescia».

Il presidente Fermi ha anche condiviso con tutta la Commissione la decisione di inviare già questa sera una lettera all’assessorato all’Agricoltura per chiedere che i 420.000 euro già stanziati per l’emergenza non vengano toccati nel periodo che porterà alla votazione del provvedimento in Consiglio.

La proposta di legge, per la restante parte del 2014, prevede che le Province predispongano appositi piani di eradicazione e non più solo di contenimento e che, a partire dal 2015, la Giunta regionale elabori un “Programma Regionale triennale” per coordinare gli interventi di abbattimento fino alla totale eradicazione dell’animale.

Come strumenti per arrivare all’eradicazione della nutria, la legge autorizza, seguendo rigorose procedure, l’uso delle armi comuni da sparo e da lancio individuale, la gassificazione e sterilizzazione controllate e il trappolaggio. Gli interventi potranno essere attuati anche nel periodo e nelle zone in cui vige il divieto di caccia.

Il provvedimento prevede anche lo studio di metodologie innovative per un abbattimento meno cruento, in collaborazione con le università lombarde.

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