Un giorno da incubo per i terremotati sotto la neve

Una terribile «tripletta», tre forti scosse superiori a magnitudo 5 nell’arco di un’ora, dalle 10.25 alle 11.25, tra l’Aquilano e il Reatino. Avvertite chiaramente anche a Roma. E una quarta, alle 14.33, di magnitudo 5. Dopo l’incubo del 24 agosto, seguito dalla scossa record del 30 ottobre, la più forte dal 1980, torna la paura terremoto nel centro Italia. La prima scossa viene avvertita alle 10.25, con epicentro a tre chilometri da Montereale, in provincia dell’Aquila, ed ha una magnitudo di 5.1. Poi una serie di eventi «minori», ma sempre intensi, sfociati in una seconda scossa, la più forte, di magnitudo 5.5 alle 11.14, sempre con epicentro nell’Aquilano. Passano pochi minuti, e alle 11.25 un’altra scossa superiore a 5 (magnitudo 5.4). Quindi altre decine di scosse, anche superiori a magnitudo 4, con un picco di 4.3 ad Amatrice alle 16.16. Una sequenza impressionante, con oltre 100 eventi registrati dall’Ingv alle 15.30, che ha portato a nuovi danni ad Amatrice, dove è crollato il campanile della chiesa di Sant’Agostino, simbolo della ‘resistenzà, e in generale nei paesi già colpiti dai terremoti dei mesi scorsi. Un’intera palazzina Ater di Via Caselli e tre abitazioni a Penne (Pescara) sono state evacuate per il crollo del tetto.

Non si registrano danni gravi alle persone: i vigili del fuoco hanno recuperato in vita da sotto le macerie di un agriturismo un bambino e la sua mamma a Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo. Una donna incinta è stata salvata dall’esercito ad Amatrice. C’è stata apprensione per 15 allevatori di cui non si avevano notizie ad Arquata del Tronto, e che sono stati poi rintracciati.

Un’emergenza che si somma alle difficoltà enormi vissute in questi giorni per il maltempo: «Servono turbine. L’emergenza ora non è il terremoto, che comunque continua a fare paura, sono le famiglie isolate a causa della neve», è l’appello del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. «La situazione è drammatica - ha detto il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci - le strade comunali sono impraticabili per la neve, anche la Salaria è chiusa, i mezzi a disposizione sono pochi, alcuni sono rotti e l’emergenza è sempre più grande. Così non si può andare avanti, non si può combattere la guerra con archi e frecce». A Roma scuole e uffici evacuati, e chiuse per diverse ore le linee metro A e B/B1. La prima è stata successivamente riaperta, per le altre due è stato approntato un servizio sostitutivo. Disagi e interruzioni nei servizi ferroviari e nella distribuzione elettrica.

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