Truffa titoli, indagati ex dirigenti Bpl

Due ex dipendenti della Banca Popolare di Lodi, Roberto Tarlocco di Sant’Angelo Lodigiano e Pierluigi Lucchini di Codogno, risultano destinatari di un avviso di fine indagini della procura della Repubblica di Milano per l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita. Entrambi avevano lasciato l’istituto di credito lodigiano nel 2008, le accuse invece, che riguardano in tutto 18 persone, prendono in considerazione episodi che iniziano nel 2002 e che, per alcuni degli indagati, arrivano fino al 2009. Lucchini era stato capo divisione “mercati finanziari” di via Polenghi Lombardo all’epoca della gestione Fiorani.

Le conclusioni cui è giunto il pm milanese Roberto Pellicano è che una finanziaria svizzera con sede a Lugano, la Lutifin, inattiva dal 2009, e in liquidazione dal marzo scorso, venisse utilizzata dagli indagati non solo per operazioni trasparenti e lineari di compravendita di azioni tra istituti di credito, ma anche per generare guadagni che venivano poi ripartiti tra funzionari di banca che la procura di Milano definisce “infedeli”. Plusvalenze dell’ordine di 20mila euro a transazione, con l’ipotesi di accusa che ipotizza per alcuni degli operatori bancari guadagni fino a un milione di euro in due anni.

Le banche per le quali undici degli indagati lavoravano, oltre alla Popolare di Lodi la Banca Cassa Lombarda, Unicredit, la Bcc di Roma, Bnp Paribas e Royal Bank of Scotland, sarebbero quindi da ritenere parti offese, se si arriverà al giudizio. Da quanto trapela riguardo ai contenuti dell’avviso di garanzia, le compravendite di titoli che ora gli inquirenti contestano sarebbero avvenute tutte in giornata e “a condizioni previamente concordate” e “non rispondenti alle politiche economiche delle banche”. L’inchiesta milanese, che non coinvolge i vertici degli istituto di credito, aveva preso le mosse da una segnalazione dell’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia e da un’inchiesta della magistratura elvetica riguardo attività connesse alla società di intermediazione di Lugano, che aveva sedi anche in Inghilterra, Irlanda, Stati Uniti e nelle isole Cayman. Sette degli indagati erano amministratori della Lutifin.

Ora funzionari ed ex funzionari di banca hanno venti giorni di tempo per chiedere al pm Pellicano di essere interrogati o per presentare memorie difensive, nell’ambito di una vicenda che appare tecnicamente complessa. La società svizzera, questa l’accusa, avrebbe trattenuto parte delle plusvalenze della compravendita di titoli, quotati e non, per metterle poi a disposizione sia del funzionario che aveva organizzato la vendita, sia di quello che si era occupato dell’acquisto: in questo modo, questa la tesi degli inquirenti, una parte del guadagno teoricamente spettante agli istituti di credito si sarebbe fermata invece in conti nella disponibilità di funzionari che avrebbero tradito l’incarico di responsabilità loro affidato.

Nel 2011 la procura di Milano aveva anche chiesto alcune misure cautelari, ma il gip, preso atto che la “sim” di Lugano era ormai inattiva, aveva respinto la richiesta perché sarebbe venuto meno il rischio di reiterazione del reato.

Due ex dirigenti Bpl, Roberto Tarlocco di S. Angelo e Pierluigi Lucchini di Codogno, indagati a Milano: sono sospettati di indebito arricchimento con operazioni in titoli

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