
Un limone ogni dieci che arrivano a maturazione nel mondo ha il destino (mettiamola in questi termini) segnato. Sarà spremuto pochi minuti dopo la raccolta e il succo, stoccato insieme a quello di milioni di altri limoni che condividono la sua stessa sorte, approderà alle linee di produzione della Giancarlo Polenghi Lavorazione agrumi siciliani (Las) di San Rocco al Porto. Ha messo infatti radici qui, a due passi dal Po nella Bassa più afosa e umida che si possa immaginare, una società lodigiana doc che in quarant’anni è diventata un colosso con stabilimenti in America, Francia e Belgio: un colosso che imbottiglia ed esporta succo di limone in oltre sessanta nazioni e che nel 2016 ha dichiarato un fatturato di 55 milioni di euro, sei volte quello del Duemila.
Ad aprire le porte di questa “eccellenza” lodigiana è Marco Polenghi, classe 1973, amministratore delegato e figlio di quel Giancarlo, nato nel 1936, che una quarantina di anni fa ebbe l’intuizione (lui che già commerciava in spezie e condimenti) di portare i limoni in quei Paesi esteri che li chiedevano all’Italia. Non tutto il frutto però: solo il succo, lavorato in condizioni che ne garantissero l’integrità e chiuso in confezioni che ne conservassero al meglio le caratteristiche. Dopo un iniziale avvio con due soci, Giancarlo Polenghi (la cui famiglia, che oggi vive a Santo Stefano, ha lo stesso ceppo dei Polenghi del latte) il primo stabilimento apre a Colturano per poi traslocare, all’inizio degli anni Ottanta, in un terreno poco fuori San Rocco dove sorge il primo capannone: 500 metri quadrati coperti diventati gli attuali 10mila (su un’area di 40mila totali) dove lavorano 65 dipendenti fissi e una ventina di interinali e dove può capitare di sentire parlare in lingua francese al distributore del caffè. Oltralpe, a Nantes, la famiglia Polenghi possiede uno stabilimento da cui escono confezioni di succo di limone in versione aerosol. Ci lavorano quindici tecnici che gestiscono anche una linea lattiero casearia che produce formaggi per la divisione francese della Granarolo. Se nel caso di Nantes la sfida ai cugini francesi è stata quella di andare a fare formaggi in Francia, per lo stabilimento di Bruxelles (una sessantina di persone impegnate) è stata quella di affiancare al tradizionale succo di limone anche una divisione dedicata alla realizzazione di cioccolato belga.
Dopo il Vecchio Continente ecco lo sbarco nel Nuovo: «Da due anni produciamo succo di limone per il mercato americano nel nostro impianto di Miami – spiega Marco Polenghi -. Oggi ci lavorano dieci di persone su macchinari e impianti provenienti dall’Italia. È la nostra porta sul Centro America, entro il 2020 vogliamo raggiungere un giro d’affari tra i 25 e i 28 milioni di euro, analogo a quello di San Rocco». A completare la geografia del gruppo c’è un ufficio commerciale in Cina e la “boutique” del gruppo, l’Italemon di Codogno, di dimensioni più contenute, in cui lavorano 15 persone e dove si fa quello che Polenghi definisce «il lavoro sartoriale»: piccole commesse per clienti che richiedono specifici prodotti. Perché oltre al succo di limone (e affini quali “lime” e arance) da qui esce ogni condimento che possa transitare su una tavola oltre a sorbetti, succhi e prodotti per il benessere come Actilemon, le “monodosi” di succo di limone da bere a stomaco vuoto miscelate giusto a un po’ di acqua tiepida, appena svegli. Sotto varie forme e formati ogni anno lo stabilimento sforna 12 milioni di litri di limone, succo all’origine proveniente per l’80 per cento da fornitori siciliani (ma l’idea è quella di acquisire frutteti e terreni nell’isola per diventare produttori e completare così la filiera) e per il restante 20 per cento da Spagna e Argentina. Le confezioni si fabbricano per intero qui partendo dal polimero: 13 secondi per fare una bottiglia, 7 milioni di pezzi a settimana. Per riempirle, etichettarle e sigillarle altri 18 secondi . Il 95 per cento del processo è in ambiente protetto, il succo non va a contatto con l’aria per garantirne l’integrità. All’estero, quando svitano il tappo, vogliono respirare il profumo del limone appena colto.
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