«Strategie nuove per strade e trasporti»

Nancy Capezzera: «Abbiamo avviato opere bloccate da anni»

«Quando si pensa ad una Provincia, è naturale che il primo pensiero ricada sulle strade. Per questo motivo, appena insediati, abbiamo impostato un nuovo programma di lavoro con lo scopo di recuperare il molto tempo perso dalle giunte precedenti. Motivati da un efficiente gioco di squadra, siamo riusciti ad avviare e completare opere e progetti da troppi anni bloccati, alcuni dei quali con piani di mutuo finanziario già approvato ma poi mai fatti partire». L’assessore Nancy Capezzera, gestisce le deleghe alla pianificazione territoriale e all’urbanistica, alla viabilità, ai trasporti e alla valorizzazione dei beni culturali della Provincia di Lodi (e di questa fiducia ringrazia in modo particolare il presidente Pietro Foroni). Negli ultimi mesi ha potuto posare la prima pietra di interventi importanti, come la tangenziale di Codogno e quella di Livraga. O seguire le fasi decisive per l’avvio della Tem, la nuova tangenziale est esterna di Milano, «un’infrastruttura strategica per l’intero Nord Italia; funzionale alla risoluzione di nodi critici per la viabilità sudmilanese e dell’area di Melegnano - spiega l’assessore Capezzera -. Ma soprattutto un’altra opera che segna la ripresa di investimenti importanti sulle infrastrutture nel nostro Paese, che fino agli anni Settanta hanno visto l’Italia all’avanguardia e che poi si sono bloccati per una finta politica ambientalista che, insieme alla cattiva gestione di molte amministrazioni locali delle aree a ridosso delle arterie stradali e alle speculazioni degli anni Ottanta, ha portato all’attuale livello di congestione del traffico. La viabilità del nord del paese è inadeguata alle esigenze dello stesso. Vorrei ricordare, che alcune regioni del nord Italia, fra le quali la Lombardia, hanno un prodotto interno lordo tra i più alti d’Europa, ma nonostante questo non sono supportate da adeguate infrastrutture viabilistiche, con conseguenti aumenti dei costi di trasporto e congestione del traffico».

Ma torniamo alla Tem, di cui la scorsa settimana è stato presentato il tracciato. Qualcuno si è detto preoccupato dell’impatto che potrà avere sul territorio; altri hanno paventato l’apertura di una cava...

«Vorrei fare chiarezza una volta per tutte, cominciando col dire che su questo argomento l’opposizione ha fatto una campagna politica lontana dai veri interessi dei cittadini, ma finalizzata ad interessi di parte, diffondendo notizie infondate ed inesatte. In opere di questo tipo, la normativa a riguardo, prevede la possibilità di fare cosiddette “cave di prestito” a ridosso del futuro tracciato. La Giunta provinciale si è da sempre dichiarata fermamente contraria, supportando motivazioni a tutela del territorio e del fatto di essere strutturalmente meno coinvolti rispetto ad altre province, 7 km su un totale di 32. A seguito di due carotaggi effettuati dalla Tem a nord di Lodi, nel comune di Cervignano, su un terreno privato, dopo l’autorizzazione del proprietario, la Provincia di Lodi, nella mia persona, è immediatamente intervenuta nel merito. Come noi, anche il comune di Cervignano, anche loro non adeguatamente informati da Tem. Nell’incontro da me richiesto con i massimi dirigenti Tem, ho fatto nuovamente presente la nostra esplicita e ferma contrarietà al riguardo, ricevendo adeguate assicurazioni in merito. Il nostro territorio non è neanche geologicamente idoneo a scopi di questo tipo, e non capisco come l’opposizione continui con una logica distruttiva, finalizzata ad alimentare solo inutili paure. Nei mesi successivi, mi sono trovata nuovamente a smentire lo stesso concetto, e nonostante questo, ancora in questi giorni c’è chi preannuncia interrogazioni e chiarimenti, facendo finta di non capire quanto il loro atteggiamento sia dispendioso e inutile, non finalizzato ai veri interessi dei cittadini, ma con fini esclusivamente propagandistici di partito, che non risolvono i veri problemi della cittadinanza. Infatti, i problemi della viabilità del Lodigiano sono un esempio agli occhi di tutti. Gli italiani, così come i lodigiani, se ne sono accorti, ed è anche per questo che non li votano più. Crescita e sviluppo economico, vanno di pari passo con modernizzazione, efficienza ed adeguate infrastrutture, nel massimo rispetto e tutela dell’ambiente. Intendiamo portare avanti con rigore, trasparenza e con i fatti, programmi di miglioramento viabilistico che da troppi anni i lodigiani aspettano, pur non supportati da una moderna opposizione europea, che incoraggi con proposte concrete e non distruttive la soluzione dei problemi, ma che da noi, invece, pensa solo a se stessa».

Restiamo al capitolo traffico e smog: nel capoluogo lombardo hanno rispolverato i blocchi domenicali e la Provincia di Milano ha abbassato i limiti di velocità sulle tangenziali. Da noi la situazione qual è?

«Sulle strade della Provincia non c’è una forte congestione, se non in alcuni orari particolari. Il punto critico è naturalmente Lodi, anche per la decisione fatta a suo tempo di concentrare tutti i servizi nella città capoluogo, senza pensare ad altri centri come Codogno e Casalpusterlengo. E i problemi del traffico in generale sono legati proprio alla programmazione. Prendiamo la 235 nel tratto tra Lodi e il casello autostradale, che pur essendo stato riqualificato anche a norma del Codice della strada, negli orari di punta, in entrata verso la città, mostra ancora delle criticità: noi vorremmo arrivare a fine mandato con una nuova programmazione infrastrutturale che non riguardi la sola 235, ma coinvolga i comuni limitrofi per realizzare degli assi alternativi di collegamento».

Si parla di un nuovo casello dell’Autosole...

«Non ce n’è l’esigenza e la Provincia non lo considera un elemento prioritario. Anche dal punto di vista dell’occupazione non porterebbe grandi vantaggi, perché i nuovi caselli sono ormai quasi del tutto automatizzati. In più, in un momento in cui le risorse sono sempre meno, pensiamo a potenziare e migliorare quello che c’è già; anche perché nuovi caselli porterebbero nuovi insediamenti di logistica e produttivi che andrebbero ad aggravare ulteriormente la situazione del traffico. Credo sia più urgente valutare nuovi collegamenti infrastrutturali alternativi alla 235».

Un altro nodo critico è da sempre la via Emilia a Casalpusterlengo. Se ne parla da anni, ma siamo ancora al palo. Oggi la situazione qual è? Cosa manca al via?

«Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo fatto un ulteriore lavoro di preparazione; c’è stato il confronto con i cittadini che hanno presentato osservazioni al progetto; sono stati risolti gli ultimi nodi. Oggi parliamo di un’infrastruttura studiata con grande cura anche sul fronte dell’impatto ambientale. Ma credo che sia arrivato il momento di dire stop a tutte queste elaborazioni e modifiche e di dichiarare definitivamente pronto il progetto, cominciando a pensare invece seriamente a come recuperare le risorse economiche in più che sono necessarie, perché nel tempo questa tangenziale ha registrato un aumento dei costi legato ai maggiori espropri e al maggior numero dei manufatti previsti, e la copertura precedente non è più adeguata».

Provincia vuol dire strade, ma anche trasporti...

«È un settore che mi assorbe molto. Si è lavorato tanto per far fronte a situazioni incancrenitesi da tempo, in un ambito in cui le proteste dei pendolari sono sempre state di grande stimolo perché riferite a situazioni vere, concrete, vissute sulla loro pelle. La gente che viaggia ogni giorno vuole trasporti dignitosi: pullman e treni che funzionino e siano vivibili, anche perché con i tagli alle risorse abbiamo dovuto registrare un aumento delle tariffe, che però dovranno trovare un’adeguata risposta nella qualità dei servizi. È proprio su questa qualità che ci siamo impegnati, coinvolgendo tutti a tutti i livelli e, credo, ottenendo anche dei risultati importanti, un esempio nel trasporto su gomma è stato il caso Sila. Mentre per il ferro voglio citare l’incontro avuto di recente qui in Provincia con Rfi (che gestisce le infrastrutture per Ferrovie dello Stato, ndr), alla quale abbiamo chiesto tutto ciò che era possibile ottenere con le attuali ristrettezze di bilancio, strappando il via ai lavori, entro l’anno, della passerella alla stazione di Codogno e la sistemazione di stazioni che necessitano di urgenti interventi di riqualificazione».

Quando si parla di trasporti si pensa alla sicurezza stradale e al forte tributo che ancora oggi si continua a pagare in termini di vite umane...

«È un tema che abbiamo sempre ritenuto importantissimo, anche considerato il numero di veicoli che ogni giorno transita sulla nostra rete: persino sulle strade più piccole non meno di 1.500 mezzi nell’arco delle 24 ore; e abbiamo avviato diversi progetti di prevenzione e di educazione alla sicurezza. Purtroppo i soldi non bastano mai, ma quando ce n’erano di più su questo fronte non si è mai investito. Ne è nata un’iniziativa come “Strasicura”, che ha coinvolto le scuole e non solo in importanti progetti di sicurezza stradale. Stiamo già lavorando a una nuova edizione da proporre nel 2012, cui arriveremo dopo l’avvio di laboratori e iniziative dedicate ancora alle scuole e alla mobilità dolce».

Cioè le ciclabili?

«Esatto, con nuovi tracciati che arricchiranno una rete già molto diffusa, ma intervenendo anche con le manutenzioni, perché non si può pensare solo a costruire nuove piste se non si ragiona sulle risorse necessarie a mantenerle poi in buono stato. Sul fronte ciclabile, è ottima la collaborazione con la federazione Fiab, radicata sul territorio».

L’assessore Capezzera non si sottrae a una verifica diretta della situazione degli innumerevoli percorsi ambientali lodigiani: ogni fine settimana infila scarpe da ginnastica e tuta e parte in ricognizione...

«Sto scoprendo un paesaggio davvero bello, ma dove purtroppo abbondano i rifiuti, lasciati lungo i bordi delle piste e sulle sponde dei corsi d’acqua. Nei prossimi giorni con i miei collaboratori penseremo a un’iniziativa concreta in quest’ambito».

La programmazione del territorio è un’altra delle deleghe assegnate alla Provincia, che sta mettendo mano al Piano Territoriale, il Ptcp. A che punto siete?

«Ci stiamo lavorando, anche se qualcuno dice di no; e ci stiamo lavorando bene, con tutti i comuni, con i quali si è creata una dialettica positiva, un dialogo istituzionale prima ancora che politico e ideologico. Vogliamo giocare con responsabilità il nostro ruolo di governo del territorio, inglobando tra l’altro nel Ptcp altri piani che non erano stati inseriti in passato: quello energetico, quello rifiuti e il Piano cave. Il Ptcp terrà conto del progetto delle Terre d’Oltreadda e dei Plis (Parchi locali di interesse sovracomunale, ndr) come quello del Po, che 4 comuni - Caselle Landi, Cornovecchio, Corno Giovine e Santo Stefano - avevano già voluto nei loro Pgt e che ora si estenderà ad altri centri oltre alla grande promozione del territorio anche con l’arrivo di Expo».

Boffalora, Corte Palasio, Abbadia Cerreto e Crespiatica hanno invece aderito al citato Piano delle Terre Oltreadda. Di cosa si tratta?

«È una progettazione che punta a lasciare questo territorio a “emissioni zero”, attraverso la valorizzazione di un paesaggio che è davvero bello e che di per sé rappresenta una risorsa importante. Questi comuni, che hanno piccoli bilanci e una vocazione solo residenziale e di piccolo artigianato, hanno condiviso il Pgt (Piano di governo del territorio, l’ex Prg, Piano regolatore comunale, ndr) per ragionare insieme sull’offerta e la distribuzione dei servizi ai cittadini, per offrire un ambiente sano e bello in cui vivere, che sappia recuperare le sue tradizioni e i suoi tesori. Penso al mulino settecentesco con ingranaggi ancora in legno e all’abbazia di Abbadia Cerreto, alle Gere d’Adda di Boffalora, ai fontanili unici di Corte Palasio, oltre al Tormo che lega questo territorio a Crespiatica. Ne potrebbero scaturire importanti progetti turistici».

Di progetti e opere l’assessore provinciale continuerebbe a parlare ancora a lungo come dei Beni culturali e delle prossime iniziative, così come del suo impegno sui 150 anni dell’Unità d’Italia (nel suo ufficio orgogliosamente tiene il Tricolore oltre a varie foto riferite agli anni di militanza). O come della collaborazione con il Governo, in particolare con il ministro La Russa, e con la Regione Lombardia («Un rapporto ottimo, in particolare con l’assessore alle infrastrutture Raffaele Cattaneo, con cui ci sentiamo molto spesso»). Ma gli interessi di Nancy Capezzera non si limitano all’attività amministrativa. Del territorio provinciale continua a occuparsi anche politicamente, come elemento di punta del centrodestra e del Pdl.

«Credo che lo spirito di collaborazione sia la base necessaria per ben amministrare le istituzioni. Questo è uno spirito condiviso sia all’interno della Provincia, tra consiglieri provinciali, che all’esterno, tra militanti e amministratori. L’entusiasmo partecipativo, che riscontro in molti comuni amministrati dal centrodestra, è il risultato di confronti politici a volte un po’ animati, ma tutti con lo scopo di risolvere i molti problemi legati al territorio. L’entusiasmo, a volte si trasforma in eccessiva partecipazione, che porta ad unire idee e progetti pensati in modo non sempre uguale, ma tutti costruttivi, che hanno lo scopo di portare a compimento programmi condivisi nel bene dei nostri cittadini».

Il centrodestra si è spaccato a Codogno, il comune lodigiano più importante in cui quest’anno si andrà alle urne. Cosa succede?

«Su Codogno mi sento molto coinvolta, lo sanno anche i miei amici della Lega. Il problema, però, non è mettere bandierine, ma guardare al miglior risultato nell’interesse di tutti. A Codogno c’è un sindaco uscente e credo che se darà la propria disponibilità a correre ancora, Emanuele Dossena (del Pdl, ndr) possa essere ricandidato. Non ci devono essere parafulmini di scelte del sottobosco politico locale: quella codognese è una partita troppo importante per il centrodestra lodigiano nel suo complesso e sono convinta che alla fine il Pdl, chi si riconosce in un centro moderato e la Lega si presenteranno compatti».

E il Fli del presidente Gianfranco Fini?

«Qui non ha creato scompiglio a nessun livello istituzionale, e dubito che possa trovare il seguito elettorale che lui crede. Per quanto mi riguarda non rinnego il passato e il fatto di aver considerato a suo tempo Fini un leader capace mi da elementi per considerarlo un avversario politico, ma non un nemico. A volte i nemici si trovano nella stessa casa in cui si abita».

Renato Goldaniga

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