Sono 9600 i volontari nel Lodigiano

La crisi fa pulsare di più i cuori dei lodigiani. A dirlo sono i dati del Lausvol. L’ente che governa il terzo settore nel territorio, infatti, registra un aumento esponenziale delle associazioni di volontariato, soprattutto di quelle a sfondo sociale.

Non manca neanche però chi, come psicologi o educatori, si costituisce in associazione, svolgendo un’attività commerciale.

Nelle situazioni di emergenza poi i giovani sono i primi a farsi avanti. «Nel 2015 - spiega dal Lausvol Paola Asti - le associazioni sportive e dilettantistiche erano 817. Quelle di volontariato puro, le cosiddette Odv, 175, con un incremento del 40 per cento. Le Aps, associazioni di promozione sociale, invece, nel 2014 ferme a 18, nel 2015 sono salite a 33, mentre le associazioni culturali sono arrivate a 40. In base alle consulenze richieste, poi, posso dire senza ombra di dubbio che c’è un aumento notevole di associazioni neocostituite, con un settore di intervento nuovo. I cittadini, spinti dalla crisi, sentono, infatti, la necessità di svolgere azioni a favore di chi ha il problema della fame, dei poveri in generale o dei diversamente abili. Negli ultimi mesi, poi, abbiamo costituito almeno un’associazione al mese di stranieri. Ci sono poi psicologi o educatori che cercano di trovare un lavoro nella costituzione di una associazione. Noi diciamo loro chiaramente che non possono fare attività commerciale».

Il volto del volontariato però sta cambiando. «C’è una tipologia di volontariato - spiega Asti - che raggruppa le persone che fanno volontariato per un giorno, due, una settimana. È una manifestazione nuovissima tra i giovani, tra chi ha tra i 40 e i 60 anni, o tra chi si trova esodato (estromesso dal lavoro e dalla pensione in seguito alla legge Fornero). C’è, poi l’effetto Expo: come Lausvol abbiamo formato 80 volontari, l’80 per cento dei quali nella fascia fino ai 30 anni».

A questo quadro si aggiunge, annota Asti, il «grosso fenomeno del volontariato nelle scuole. Nel 2015, solo con la colletta alimentare - spiega la referente del Lausvol - abbiamo coinvolto 342 studenti e per il festival della fotografia etica 91 classi. Tra il centro di raccolta solidale del cibo e la colletta del centro antiviolenza, abbiamo coinvolto altri 30 ragazzi. Ci sono poi molti professionisti, notai, avvocati, persone benestanti che si costituiscono in associazioni per agire a favore delle persone bisognose. In questi ultimi due anni ne sono nate ben 10».

In crescita, nel Lodigiano, è anche il numero complessivo dei volontari.

La stima è di 9600 persone.

Il 30 per cento ha tra i 30 e i 35 anni. Il 25 per cento tra i 55 e i 65, un altro 25 per cento ha oltre i 65 anni e un 20 per cento ne ha meno di 30. Senza contare tutto il volontariato a spot che è in crescita».

Anche per Alessandro Manfredi, il presidente dell’Auser, l’associazione che si occupa degli anziani, il fenomeno del volontariato è in salute.

«Abbiamo perso due sedi, a Comazzo e Casaletto, ma per problemi contingenti di salute dei referenti - spiega Manfredi- . Non è stato affrontato in tempo il tema del rinnovamento e si è arrivati alla chiusura della sede. Laddove però la proposta di volontariato è chiara, la risposta della gente arriva. A Codogno, per esempio, abbiamo trovato subito 15 persone, pensionati sui 60 anni. La nostra non è una proposta rivolta ai giovani. In totale abbiamo 450 volontari. A Mulazzano, per esempio, su 150 persone associate i volontari sono oltre 60».

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