Sisma, a rischio la chiesa di Cavacurta

(27 gennaio) Quando la terra ha tremato la crepa si è estesa in profondità attraversando l’intera volta.

Sono almeno trenta i centimetri rilevati dai vigili del fuoco di Lodi nel soffitto di una delle cappelle della chiesa di Cavacurta, il sisma di mercoledì mattina sembrava essere passato senza far danni e invece la parrocchiale della Bassa è rimasta gravemente lesionata.

Quattro delle cinque cappelle sul lato sinistro presentavano vecchie fessurazioni e lo scossone che alle 9.06 dell’altro ieri ha squassato il Nord d’Italia le ha aperte. L’allarme a Cavacurta è scattato qualche ora più tardi, il sagrestano si è accorto della presenza di calcinacci e polvere sul pavimento della cappella di San Giuseppe e levando il capo ha visto i segni del dissesto.

«È venuto subito a chiamarmi e siamo tornati insieme a vedere - ha raccontato il parroco don Pierluigi Rossi - la prima ad eseguire un controllo è stato l’architetto della curia che dovevo incontrare in parrocchia per un’altra faccenda».

Sara Comandù è la professionista incaricata del restauro del convento e del museo contadino collegati alla canonica ed è stata proprio lei a rendersi conto della serietà delle lesioni. Così ieri mattina è tornata sul posto e ha chiesto la supervisione dei vigili del fuoco di Lodi, insieme hanno ispezionato la cappella maggiormente a rischio e via via tutte le altre, infilando una lamella in ferro nelle crepe e dando finalmente una misura allo smottamento. Due centimetri di larghezza per trenta di profondità quelli registrati nella cappella di San Giuseppe dove è posizionato l’organo e si riunisce la domenica il coro.

A destare preoccupazione è il fatto che sia stata interessata la soletta, in gergo tecnico si parla di fessure “passanti” per definire quelle che trafiggono la struttura e possono provocarne il crollo. Ben quattro delle cappelle sulla fiancata sinistra sono appunto percorse da crepe che vanno oltre l’intonaco e stando così le cose i pompieri ne hanno dichiarato l’inagibilità. La stessa firmata ieri sera dal sindaco Daniele Saltarelli al termine della riunione d’urgenza convocata alle 21 in casa parrocchiale: il parroco, il referente del consiglio economico, l’architetto Comandù, il primo cittadino e il tecnico comunale si sono seduti al tavolo e hanno tirato le fila della lunga giornata di sopralluoghi. Dopo l’ispezione che ha tenuto impegnati i pompieri per più di un’ora dalle 11 alle 12.30, il pomeriggio si è svolta infatti una seconda perlustrazione in cui è stato visionato anche il sottotetto. E qui, per fortuna, sembrerebbero non esserci scompensi. Ma la precarietà di una parte rilevante della struttura potrebbe minacciare l’intera parrocchiale e per poter dormire sonni tranquilli occorrerà adesso attendere la parola di un ingegnere strutturista.

(26 gennaio - Ore 16) Tavolo d’urgenza per decidere se tenere aperta la parrocchiale oppure no. E’ fissato per questa sera alle 21 presso la casa parrocchiale la riunione tra i responsabili della Curia, il parroco don Pierluigi Rossi e i rappresentanti dell’amministrazione comunale per fare il punto sull’agibilità della chiesa di San Bartolomeo alla luce delle verifiche compiute oggi. Dopo l’intervento dei vigili del fuoco di Lodi, nel primo pomeriggio è partito infatti il secondo sopralluogo alla struttura. Il tecnico comunale e l’architetto già incaricato del restauro di alcuni lotti della canonica e del museo contadino sono tornati sul posto per una seconda ispezione alla crepa della cappella dove sono stati trovati i calcinacci a terra e al complesso della struttura.

(26 gennaio - Ore 13) Sopralluogo dei vigili del fuoco alla chiesa di San Bartolomeo a Cavacurta. In seguito alla scossa di terremoto di ieri mattina si sono staccati dei calcinacci dalla parete di una cappella già lesionata e l’architetto che si sta occupando del restauro della parrocchiale ha ritenuto opportuno chiedere una verifica della struttura. I pompieri di Lodi sono arrivati sul posto intorno alle 11.30 di stamattina e hanno ispezionato per prima cosa la cappella a rischio e poi l’intero edificio. L’allarme è arrivato immediatamente al sindaco Daniele Saltarelli che non potendo seguire da vicino le operazioni per impegni di lavoro, ha delegato la supervisione all’assessore Sara Cigognini. L’ispezione dei vigili del fuoco si è conclusa alle 12.30, riguardo agli esiti al momento è mantenuto il massimo riserbo. Si dovrà valutare se interdire l’accesso alla cappella o nel caso in cui il pericolo risulti più esteso se tenere momentaneamente chiusa la chiesa.

(Ore 11) Il tremore è stato avvertito netto. Pochi gli attimi di paura, tanto che nelle scuole del paese le lezioni sono proseguite con regolarità. A Santo Stefano, però, il pensiero di molti è subito corso ad uno dei simboli del paese, l’imponente chiesa parrocchiale di piazza Roma. Come riavvolgere il nastro di una videocassetta e in pochi istanti tutti sono tornati al dicembre del 2008. Anche allora la scossa sismica che arrivò nel Lodigiano era partita dall’Emilia, meno potente di quella di ieri ma capace però di lesionare con crepe evidenti la parrocchiale di Santo Stefano. Quel che ne derivò è cosa nota: chiesa interdetta al culto per oltre un anno, avvio di un maxi intervento di consolidamento strutturale per evitare crolli al sacro edificio. Inevitabile il pensiero: questa nuova scossa avrà provocato ancora lesioni alla chiesa? Non stupisce così che ieri mattina, poco dopo le 9.30, il sindaco Massimiliano Lodigiano abbia fatto scattare un sopralluogo direttamente in parrocchiale. Ad ispezionare murature e navate della chiesa sono stati proprio i due professionisti che in questi anni hanno progettato e coordinato l’intervento di consolidamento per la chiesa di Santo Stefano, ovvero l’architetto Sara Comandù e il geometra Franco Comandù. Il sopralluogo è stato capillare, durato un’ora abbondante, capace di far passare sotto la lente di ingrandimento ogni zona dell’antico edificio. Alla fine, la bella notizia: la scossa di terremoto non aveva provocato nessuna nuova lesione all’imponente parrocchiale di Santo Stefano. Tecnici ed amministratori hanno tirato un sospiro di sollievo, con loro anche il parroco don Tino Cremascoli. Grande la soddisfazione nel constatare che l’intervento di consolidamento effettuato in questi anni sulla chiesa ha svolto egregiamente la sua funzione. Se ieri la chiesa non è stata danneggiata, infatti, è anche merito di quella tenso-struttura in acciaio inserita nel sottotetto della parrocchiale proprio per stabilizzare l’edificio, trasformato in una sorta di struttura monolitica per quel che riguarda il movimento delle murature. «Tutto a posto, la tenso-struttura in acciaio inserita nel sottotetto della chiesa all’indomani del terremoto del 2008 ha fatto il suo dovere- ha confermato ieri il sindaco- Questa innovativa maglia ad alta tecnologia ha mantenuto salde le murature della chiesa. Possiamo tirare un sospiro di sollievo».

Luisa Luccini

Il sisma che ha colpito mercoledì il Lodigiano ha provocato una caduta di calcinacci nella chiesa di Cavacurta: subito al lavoro un’équipe di tecnici e vigili del fuoco per valutare i danni. Chiuse quattro cappelle dell’ala sinistra. Sette in tutto le verifiche di stabilità dei pompieri

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