«Siamo il centro... del centrosinistra»

«Contribuire a fare qualcosa che serve. Questa la spinta che mi ha portato a candidarmi». Nato a Piacenza ma nel Lodigiano ormai da più di vent’anni, Emilio Pezzi non ama le interviste e non nasconde la sua “allergia” ai giornalisti. Nel valore della testimonianza sintetizza però il “perché” della sua candidatura al 13esimo posto della lista in corsa al Senato per il Centro democratico di Bruno Tabacci, circoscrizione Lombardia 3. Sposato con due figli, 62 anni, in pensione dal 2011 dall’incarico di comandante del corpo di polizia locale del Comune di Codogno, Emilio Pezzi da quasi due anni è consigliere di minoranza a Cornovecchio, voce indipendente e senza tessere di partito nella lista del Popolo della Libertà.

Ci spiega i motivi della corsa a fianco di Tabacci?

«Mi riconosco nei valori che Centro democratico incarna: attenzione ai deboli, democrazia, sviluppo economico ed equità sociale. E nella proposta portata avanti dal movimento di Tabacci: rappresentare quell’area di centro moderato indispensabile a portare equilibrio all’accordo con Partito democratico e Sel. Insomma: essere il centro del centrosinistra. Ci tengo a sottolineare un aspetto».

Prego...

«Il valore di testimonianza di questa candidatura. Sappiamo bene le difficoltà perché una candidatura si trasformi poi concretamente in una elezione e di sicuro non mi sono messo a disposizione per trovare un posto. Al di là dell’esito delle consultazioni del 24 e 25 febbraio, quel che conta sarà comunque essere stati portatori di valori in cui ci si sente davvero rappresentati».

Per il Lodigiano quale sono le questioni da non rimandare?

«Sicuramente quelle del lavoro e della mobilità. L’economia deve ripartire e lo può fare partendo proprio dai piccoli e medi imprenditori e dagli artigiani che sono la spina dorsale della nostra provincia. Per favorire un loro rilancio, credo che la semplificazione della burocrazia e delle procedure normative sarebbe già un primo passo importante in questa direzione».

E per la mobilità?

«Il problema annoso è soprattutto quello della mobilità su ferro, quella dei treni che ogni giorno, con i loro ritardi e disservizi, portano disagio ai tanti nostri pendolari che il treno lo usano per raggiungere il posto di lavoro. Treni più puliti e in orario: questa è l’altra questione strategica che un parlamentare di riferimento del Lodigiano deve affrontare. Un’altra cosa...».

Dica...

«Per la mia professione, mi sta a cuore anche il tema della sicurezza. Non credo ad un Lodigiano in “stato di emergenza”, è però un dato di fatto che l’attenzione per fronteggiare microcriminalità e atti malavitosi non deve venire meno anche nel nostro territorio».

Tutti parlano di interventi ma dove si trovano le risorse per attuarli?

«Innanzi tutto riducendo gli sprechi, che nella nostra nazione sono ancora tanti. Troppi. È partendo da qui che risorse importanti si possono trovare, da investire poi in servizi e opere sul territorio».

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