Si alzano i pilastri della Tem

Le linee che si notano sono tre: le prime due reggeranno le sei carreggiate dell’autostrada, la terza

è il sostegno della cosiddetta complanare

Enormi “pinnacoli” di cemento che si innalzano verso il cielo, transenne arancioni dappertutto, fango sulle strade e terra, montagne di terra. Da più di un anno il confine tra Sudmilano e Lodigiano è così, sotto il maglio della tangenziale esterna e dei suoi cantieri. È la più grande trasformazione urbanistica dell’ultimo mezzo secolo, da quando i centri della “seconda periferia” milanese hanno cessato di essere paesi - in cui resisteva qualche stalla e le case avevano tre piani - per diventare agglomerati di palazzi sotto la spinta dell’immigrazione anni Sessanta.

La costruzione della Tem (tecnicamente autostrada A58) sarà l’evento spartiacque del paesaggio per le generazioni che oggi sono mediane, quelle che hanno una buona memoria di come questi luoghi erano prima. Se è vero che il destino è scritto anche nella geografia, la A58 non è null’altro che una sorta di muro di contenimento della città metropolitana. Ma un muro che serve, o almeno così sostengono da più di dieci anni i fautori che pazientemente hanno messo mano all’impresa.

Ogni giorno, oggi, sulle tangenziali milanesi transitano 350mila automezzi. Troppi. Un numero simile soffoca la città e la rende anche “arcaica” da un punto di vista concettuale. Modernizzare Milano vuol dire dividere i flussi: le “vecchie” tangenziali per il traffico di lavoro, il grande anello esterno - per ora ce n’è metà, ma arriverà anche l’altra, la cosiddetta ovest esterna - per i trasporti a lunga percorrenza. Così suona lo spot pro-Tem, puntellato da una efficace comunicazione territoriale che ha convinto molti. Non tutti, perché gli scettici ci sono oggi e ci saranno domani, quando i caselli della A58 cominceranno ad emettere i primi ticket di ingresso a pagamento. La grande trasformazione inizia fra Cerro al Lambro e Riozzo, nel punto in cui si sovrappassa l’A1-Autosole. Qui un “gregge” di plinti di cemento segna il tracciato di quella che sarà l’autostrada. La novità saliente degli ultimissimi giorni è che sopra i pilastri hanno fatto la loro comparsa le “guide” in ferro delle carreggiate: enormi appoggi di metallo che portano l’altezza complessiva della struttura a dieci metri e danno l’idea di cosa sarà questa porta di Milano Expo.

Come si può notare, le linee di pilastri non sono due ma tre. Le prime due reggono le sei carreggiate della tangenziale vera e propria. La terza linea invece è il sostegno della cosiddetta complanare alla Tem; quindi una strada ad accesso libero, sotto gestione provinciale, che unirà la provinciale 17 Melegnano-Sant’Angelo con la statale 9 via Emilia, ottenendo il cruciale risultato di passare da una strada all’altra a sud di Melegnano, non a nord come ora.

A Riozzo vivono i loro ultimi mesi tre altre costruzioni: il campo di gioco esterno dell’AC Riozzese, che sarà “stirato” dall’autostrada e ricostruito ad ovest della sede attuale; il ponte della strada provinciale 17, da abbattere (in estate, probabilmente) e sempre da ricostruire, in questo caso ad est; infine la pista ciclopedonale Riozzo-Cerro al Lambro, che essendo affiancata al ponte ha i giorni contati.

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