«Se ci saranno soldi, li spenderemo...»

Cristiano Devecchi assessore al bilancio:

«Le priorità del 2011»

Tanti cantieri avviati, soprattutto stradali (di quelli importanti, come le nuove tangenziali di Codogno e Livraga): gli ultimi sono stati diciotto mesi di intensa attività, e ora c’è la responsabilità, non meno grave, di controllare che tutto vada a buon fine.

Cristiano Devecchi, assessore a Bilancio, Personale e Attuazione del programma, fotografa così, molto sinteticamente, il 2011 della Provincia di Lodi, quello che porterà al giro di boa l’amministrazione guidata da Pietro Foroni: dopo tanto attivismo, spiega, non è arrivato certo il momento di girarsi i pollici; anzi, alle porte ci sono progetti e cantieri non meno importanti di quelli inaugurati anche di recente, ma bisognerà dedicarsi alla supervisione rigorosa di costi e rispetto dei tempi. Per evitare, come spesso succede agli enti pubblici, che tra la posa della prima pietra e il taglio del nastro passi una vita.

Senza dimenticare un’incombenza in più che di questi tempi è diventata una necessità: trovare soldi per mandare avanti la baracca. Perché tra tagli e razionalizzazioni, per riuscire a inseguire le emergenze e guardare avanti con serenità servono più soldi in cassa di quelli che garantisce Roma. E allora, Devecchi, come una sorta di “P.R.”della Provincia, non manca di sottolineare a banche e privati che se il Lodigiano vuole crescere può farlo se in tanti cominciano a investire sul suo futuro.

«Stiamo seminando – spiega l’assessore della Lega Nord – per far crescere rapporti costruttivi sul territorio, per aprire canali nuovi, per rintracciare risorse nuove. Sì, direi proprio che questo potrebbe essere definito un anno di semina, ma anche di controllo attento di ciò che si è fatto e si sta facendo: poche cose nuove, magari, in questi mesi, ma fatte bene».

Del resto, Devecchi, santangiolino doc, questa oculatezza nella gestione del denaro ce l’ha probabilmente nel dna. La definisce anche «sobrietà: bisogna muoversi in base alle risorse che si hanno a disposizione. Se ci saranno i soldi li spenderemo, certo, ma con grande attenzione e con un occhio molto attento alle reali priorità del territorio e al risparmio».

Una politica oculata anche nell’organizzazione interna, nella gestione del personale?

«Guardi, l’anno scorso abbiamo avuto spese in meno per 700mila euro con il trasferimento in comando di collaboratori presso altri enti e amministrazioni. Un risparmio forte da parte della struttura provinciale, pur mantenendo un alto standard qualitativo. E di questo devo ringraziare tutti i nostri uffici».

Intanto, sulle strade soprattutto, molti cantieri portano il logo della Provincia di Lodi...

«Avevamo dato la priorità a nove interventi nel Piano delle opere e sette sono stati regolarmente appaltati. Due - l’incrocio di Orio Litta lungo la 234 e la Provinciale 116 Codogno-Meleti - verranno affidati nel 2011. Abbiamo creato i presupposti per far sì che i nuovi servizi, sul fronte della viabilità, siano garantiti tutti nei tempi previsti dalle gare d’appalto. Ora siamo nella fase della verifica e del controllo, perché questi tempi e la bontà degli interventi siano all’altezza delle attese. E sia chiaro che si tratta di tempi, dall’individuazione delle risorse, alla progettazione, all’appalto e alla realizzazione dell’opera, cui probabilmente in passato non si era abituati. Tempi da privato più che da pubblico, al di là degli imprevisti che sempre si possono presentare. Anche qui devo segnalare l’ottimo lavoro dei diversi uffici coinvolti».

Strade, dicevamo. Ma nella percezione dell’opinione pubblica, la Provincia vuol dire anche edilizia scolastica...

«Per il 2011 la priorità va al nuovo polo scolastico Spezzaferri-Einaudi, nel capoluogo, di cui ci stiamo occupando in collaborazione con il comune di Lodi e che è indispensabile a far fronte alla gravissima carenza di spazi per l’istruzione in città. Abbiamo capito che solo risolvendo il nodo Spezzaferri-Einaudi si avrà un effetto domino su tutte le scuole locali, tra spostamenti e sistemazioni, che permetterà di risolvere l’emergenza. Vogliamo partire con i lavori entro l’estate».

Bisogna pensare anche alla nuova copertura dell’istituto Bassi...

«Una scuola che non aveva mai subito interventi manutentivi importanti: è il momento di assicurare alla città di Lodi un istituto strutturalmente all’altezza dei diplomati che escono da lì e che devono rappresentare il futuro del nostro territorio. Per farlo, però, in un momento di grande contrazione delle risorse a disposizione della Provincia, è necessario pensare a nuove entrate, nuove fonti di finanziamento».

Di che tipo?

“Penso alla possibilità di avere al nostro fianco, in un intervento di questo peso, un forte istituto di credito del territorio. Il confronto in questa direzione sta proseguendo anche mentre parliamo e spero di portarlo a felice conclusione entro la presentazione al Consiglio del nuovo bilancio di previsione”.

Oggi, dal punto di vista fiscale, le uniche entrate garantite alla Provincia derivano da due tasse che pesano sul mondo dell’auto – una legata all’immatricolazione di nuove vetture e l’altra che grava sulle assicurazioni per la responsabilità civile, quest’ultima più difficile da intercettare da quando nel settore si sono andate imponendo le polizze via telefono e Internet – e dall’addizionale sull’energia elettrica («Ma in questo caso – spiega De Vecchi – le grandi industrie, alle prese con la crisi, consumano meno»).

Tutto ciò non basta più?

«È dal 2008 che la contrazione delle entrate si è rivelata clamorosa. Non per questo, però, siamo qui a piangere o a inasprire la fiscalità. No, ci stiamo piuttosto attrezzando a percorrere altre strade».

Come?

«Come il citato rapporto con le banche e più in generale le sponsorizzazioni; e una più costante interlocuzione con la Regione Lombardia, con la quale dire che oggi il rapporto è ottimo apparirebbe riduttivo. Anche se, va detto, pure per il Pirellone è un momento di pesanti ristrettezze».

Però, le casse piangono…

«Allora importante diventa il criterio con cui si selezionano le opere. La gestione oculata del bilancio la si fa selezionando gli interventi all’origine, privilegiando le opere più importanti e seguendole fino alla loro conclusione nel migliore dei modi».

Una cosa che l’assessore è abituato a fare giorno per giorno, aggiornando uno schema di attuazione del programma che sulle pareti dell’ufficio, in San Cristoforo, fa bella mostra di sé accanto alla foto della figlia, a quella del segretario leghista Umberto Bossi e a un’immagine di Santa Francesca Cabrini, a sottolineare un legame con Sant’Angelo che ha portato bene al quarto centro - per abitanti - del Lodigiano.

«I santangiolini si aspettavano due cose, la riapertura del castello Bolognini e la rotonda della Malpensata. Le hanno avute entrambe. Per la Malpensata, poi, mi ricordo le battaglie che feci che quando ero all’opposizione, per ottenere un’opera che tra l’altro era già completamente finanziata».

Un’attenzione campanilistica la sua?

«No, nella maniera più assoluta. Semplicemente, in sedici anni di provincia Sant’Angelo non aveva mai avuto nulla. Nulla. Noi ci siamo limitati a selezionare le opere e a seguire le indicazioni di priorità arrivate dagli uffici. Qui il campanilismo o il colore delle amministrazioni non c’entrano proprio. Quando accettiamo un incarico come il nostro, siamo amministratori, non politici. Certo non possiamo dimenticare i centri più importanti: ad esempio a Lodi con gli interventi sulle scuole, a Codogno quelli sulla strada 234 e a Casale impegnandoci sul fronte della nuova tangenziale. Ma tutto ciò non ci deve far dimenticare il resto del territorio, anche i comuni più piccoli, quelli che magari da soli non hanno la possibilità di risolvere le loro problematiche più evidenti».

E oltre ad ascoltare tutti gli amministratori che si rivolgono alla Provincia, De Vecchi non nasconde di aver adottato anche un altro metodo di selezione: il “Brindisi dei sindaci” che il nostro giornale pubblica a ogni Capodanno, con i desiderata dei primi cittadini lodigiani. Assicura che non lo cita per piaggeria.

«Lo vede questo?», e ci indica un fascicolo con la segnalazione, su una colonna, delle aspettative dei sindaci per il 2010 sul fronte provinciale, ricavate leggendo il “Brindisi”, e su un’altra quelle per il 2011, così da vedere cosa è stato fatto e cosa resta da fare. Un fascicolo che poi fa circolare a tutti i colleghi di giunta, perché ognuno possa far fronte alle rispettive competenze.

«Anche questo mi sembra un modo produttivo per ascoltare il territorio, per valutare meglio i bisogni della popolazione locale e delle amministrazioni, di qualunque colore siano. È questo confronto, questo ascolto costante che ci ha aiutati in questi primi diciotto mesi ad alzare il ritmo del nostro impegno. La sensazione è che molti comuni guardino alla Provincia come a un punto di riferimento importante e si aspettino delle risposte da questa amministrazione, che credo più di ogni altra sia stata capace di diventare interlocutrice attenta dei lodigiani. Merito probabilmente anche del fatto che il presidente Foroni sia stato e sia tuttora un sindaco - un sindaco bravo -, un amministratore che sa cosa vuol dire stare su quel fronte. E per quanto mi riguarda, sono onorato di poter parlare con tante persone capaci e competenti che hanno scelto questo impegno e lo portano avanti con sacrificio in un momento così complicato, soprattutto dal punto di vista economico. La misura della loro attenzione nei confronti della Provincia l’abbiamo dalla partecipazione a tutti gli incontri organizzati qui a Lodi. Come a quello sull’Expo».

Proprio l’appuntamento milanese del 2015 può diventare un trampolino di lancio prezioso per il Lodigiano...

«Come Provincia ne siamo convinti. In quest’ottica desideriamo diventare punto di riferimento, propulsivo ma anche economico, per tutte quelle realtà e quelle eccellenze che meritano di essere valorizzate. Sarà proprio la preparazione all’appuntamento con l’Expo del 2015 la “stella cometa” della nostra azione nei prossimi anni. Faccio un esempio: di qui al 2015 a Milano si parla di 60mila posti di lavoro in più ogni anno; ecco, noi non vogliamo restare fuori da questa opportunità, vogliamo cavalcarla. Vogliamo esserci».

Una guida destinata a concretizzarsi con l’Ufficio Expo e l’Agenzia del marketing?

«Sì, la Provincia deve fungere da moltiplicatore delle diverse opportunità del Lodigiano. Deve svolgere un ruolo guida. Deve pensare a come far crescere il territorio, puntando ad esempio sul turismo, una risorsa che è fondamentale dal punto di vista economico, ma anche della preservazione dell’ambiente. Cose che non dico da ora, ma che avevo addirittura sostenuto nel 2004, in un libro, prima addirittura che si cominciasse a parlare di Expo, un evento di fronte al quale non dobbiamo farci trovare impreparati. Dove anzi dobbiamo imparare dall’esperienza degli altri e dagli altrui suggerimenti. Pensiamo agli agricoltori, che conoscono il Lodigiano e hanno dimostrato di essere più avanti di altri, di aver capito quali potenzialità ha in sé il turismo, quello congiunturale, delle singole manifestazioni che gravitano su Milano, quello delle bellezze naturali, quello appunto dell’Expo. E hanno creduto nel marchio “Lodigiano Terra buona” o si sono attrezzati per accogliere agriturismi nelle cascine: non si può credere che le sole strutture alberghiere di Milano siano in grado di accogliere il pubblico dell’Expo».

Il ruolo dell’Agenzia del marketing?

«Deve diventare il nostro braccio operativo, il nostro “braccio armato”. Per banalizzare, si pensi a quello che le Pro loco fanno per le amministrazioni locali; lo stesso deve fare l’Agenzia del marketing per il Lodigiano: essere sintesi e motore delle più importanti iniziative del territorio, di quelli che speriamo possano diventare gli innumerevoli progetti di attrazione e di crescita. L’obiettivo è ambizioso, ma la Provincia ci crede; e penso che anche gli amministratori locali abbiamo capito il nostro impegno».

Renato Goldaniga

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