San Cristoforo, maxi esodo di dipendenti

Maxi esodo di dipendenti della Provincia di Lodi. In 90 hanno già lasciato San Cristoforo e ora la struttura è ridotta ai minimi termini. «Nell’ottobre del 2013 erano 235, un anno dopo sono scesi a 185 e adesso in servizio sono 145 – informa il presidente dell’ente di via Fanfulla, Mauro Soldati – in queste condizioni diventa un problema garantire i servizi, anche perché le funzioni delle Province non sono cambiate. Per questo motivo l’orientamento che abbiamo deciso è quello di non concedere il nulla osta per altre mobilità del personale verso altre istituzioni».

Una misura sull’organizzazione dei dipendenti che era già stata assunta in passato dall’amministrazione provinciale, ma allora erano stati posti limiti alla mobilità – dovevano essere garantite almeno due figure tecniche per settore – ma adesso il parere è decisamente più rigido per evitare di lasciare scoperte intere sezioni operative. «Per quanto riguarda le funzioni, i settori di agricoltura, caccia e pesca dovrebbero passare alla Regione Lombardia dal primo di aprile. Il passaggio riguarderà 12 dipendenti certamente e un altro numero da definire – precisa Soldati – per quanto riguarda il sistema bibliotecario del Lodigiano dal punto di vista amministrativo il servizio è passato sotto il Comune di Lodi, ma il coordinatore dell’attività resta in Provincia di Lodi. In futuro resta da affrontare tutto il discorso delle altre funzioni che San Cristoforo svolge su delega della Regione. Bisogna capire cosa il Pirellone ha intenzione di fare, su questo è in corso un confronto; entro fine giugno la Regione dovrebbe decidere».

Il riassetto organizzativo è strettamente legato al futuro dei dipendenti di via Fanfulla. Nell’ipotesi di riforma delle Province, con il referendum costituzionale che dovrebbe tenersi in ottobre, Lodi ha mosso i primi passi per entrare a far parte della città metropolitana di Milano. E in questo scenario dovrebbero trovare collocazione anche i dipendenti rimasti in servizio nell’ente provinciale.

Su San Cristoforo incombe anche la scure dei tagli dallo Stato: 7 milioni di euro l’anno scorso e altri 10 milioni di euro quest’anno. Una massiccia cura dimagrante che mette ancora una volta a rischio la tenuta dei conti, in vista dell’elaborazione del bilancio da chiudere (salvo proroghe) entro il 31 marzo. Per fare cassa la Provincia è pronta a cedere la caserma dei carabinieri di via San Giacomo a Lodi, quella dei vigili del fuoco di Sant’Angelo e Casale, che dovrebbero finire in un fondo immobiliare messo a disposizione dallo Stato.

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