
Uno scoppio improvviso, alle 22 di ieri, di fronte a un ristorante nel centro di Ansbach. La gente è in preda al panico, la Germania vive l’ennesimo incubo. Il terzo in 48 ore, il secondo di una domenica di terrore. Il Paese era ancora sotto shock per la sparatoria di Monaco di venerdì, quando nel pomeriggio di ieri è arrivata la notizia dell’uccisione di una donna incinta in un attacco con machete a Reutiingen. Poi, in serata, «un nuovo terribile attentato» nel sud del Paese, a una quarantina di chilometri da Norimberga. Un rifugiato siriano di 27 anni, che soffriva di disturbi psichici, si è fatto saltare in aria durante un festival musicale, il vero obiettivo dell’attentatore, provocando 12 feriti
Un attacco che contribuisce ad «aumentare l’ansia della gente», ha commentato il ministro dell’Interno della Baviera, Joachim Herrmann, giunto sul luogo della deflagrazione, quando era ormai chiara la dinamica dell’esplosione. In un primo momento, la stampa tedesca aveva parlato di una possibile fuga di gas come possibile causa. Ma ben presto si è capito che si trattava d’altro. Il kamikaze aveva provato a entrare nell’area in cui si svolgeva il concerto, ma era stato bloccato dagli addetti alla sicurezza perché sprovvisto di biglietto
L’attentatore non ha rinunciato al suo intento omicida, e si è fatto esplodere nell’area antistante. Tre dei 12 feriti versano in gravi condizioni. Herrmann ha spiegato che le autorità stanno cercando di determinare se si sia trattato di un attentato di matrice islamica. «Non è possibile escluderlo», ha commentato. Il vice direttore della polizia di Ansbach, Roman Fertinger, ha parlato di «indizi» secondo i quali dei pezzi di metallo sono stati aggiunti all’esplosivo. Secondo le prime indagini, l’autore dell’attentato aveva certamente intenzione di «impedire» lo svolgimento del festival al quale partecipavano circa 2.500 persone.
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