«Regole del gioco uguali per tutti...»

Spezzare il meccanismo della creazione di spesa pubblica non indirizzata al servizio ma solo a generare consenso elettorale: un sistema che dal 1993 ha portato a un continuo aumento della pressione fiscale, a cui non è corrisposto un miglioramento dei servizi e tantomeno l’abbattimento del debito pubblico. Questo è lo spirito con cui l’avvocato Maurizio Lepore ha scelto di candidarsi per le elezioni regionali del 2013 con la lista Fare per Fermare il Declino di Oscar Giannino. Classe 1973, originario di Cernusco sul Naviglio, Lepore è sposato, ha due figli e vive a Lodi, dove ha sede anche il suo studio legale. Non ha mai militato in nessun partito politico ma ora ha scelto di candidarsi per il Pirellone.

Perché?

«Perché Fare per Fermare il Declino è un partito che nasce dalla presa di coscienza del fallimento della vecchia politica che non ha saputo dare risposte concrete. Le prime due cose che mi hanno colpito nella lista sono l’adesione a un codice etico e l’assenza di procedimenti penali come requisiti imprescindibili dei candidati».

Quali temi ritiene prioritari in Regione Lombardia?

«Occorre che le regole del gioco siano uguali per tutti. Quindi ritengo necessaria la redistribuzione del reddito tra coloro che fino ad ora hanno solo beneficiato (Stato e politici) verso i cittadini. Questa manovra permette di recuperare tramite il taglio del 50 per cento dei costi della politica, delle pensioni d’oro, degli stipendi di amministratori di società pubbliche, tutte quelle risorse utili per abbattere la spesa pubblica e ridistribuire liquidità alle aziende e alle famiglie, anche tramite interventi che congelino pregresse esposizioni e migliori il sistema Cofidi. Vorrei proprio capire dove finiscono veramente i fondi regionali destinati alle imprese, di cui ne arriva a destinazione un decimo. Dal punto di vista commerciale, bisogna creare delle regole affinché il pesce grande non mangi il piccolo e rilanciare il turismo con una diretta partecipazione delle associazioni di categoria».

E nello specifico, cosa fare per il Lodigiano?

«Restituire alla scuola anche una funzione sociale, aumentare le risorse per estendere gli orari di assistenza agli studenti, pretendere dalle università un apporto diretto a sostenere i progetti delle imprese attraverso consulenze gratuite. Occorre inoltre fare uno sforzo ulteriore per rendere i trasporti all’interno della città una eccellenza, tale da risolvere il problema dei parcheggi, incentivando a lasciare a casa la macchina. Ma è necessario lavorare, per avvicinare Milano e Lodi attraverso un metrò leggero, che porterebbe vantaggi sociali per i lavoratori che fanno i pendolari ma anche vantaggi commerciali grazie a un collegamento più immediato fra Milano e Lodi. Un tema interessante anche alla luce di Expo 2015. Dal punto di vista sanitario, credo sia necessario riaffermare il valore sociale, garantendo a tutti le prestazioni essenziali con una maggiore attenzione anche per coloro che soffrono di parziali disabilità: per fare tutto questo si possono reperire le risorse, sottraendole alla politica delle nomine “di fiducia” in posti strategici della sanità».

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