Radioterapia di nuovo bloccata

Il gelo blocca di nuovo la radioterapia. Ma questa volta il disagio è stato minore. La valvola dell’acqua potabile posta sul tetto si è rotta, l’acqua è colata all’interno della struttura e l’attività è partita in ritardo sulla tabella di marcia.

Venerdì scorso, il freddo aveva interrotto il meccanismo di apertura delle porte dei bunker, mentre lo scorso inverno, erano ghiacciati i meccanismi di funzionamento delle apparecchiature.

«Questa volta - spiega il responsabile dell’ufficio tecnico dell’Azienda ospedaliera Maurizio Bracchi - il gelo ha rotto la valvola dell’acqua potabile. Era coibentata, ma non a sufficienza per una temperatura così bassa. L’acqua è penetrata all’interno, ha bagnato l’ingresso dei due acceleratori. I pazienti rischiavano di scivolare, per questo l’attività è stata temporaneamente interrotta. I tecnici si sono messi subito al lavoro e hanno sostituito la valvola. Quindi un acceleratore è ripartito per consentire ai medici di sottoporre alla terapia tutti i pazienti in lista».

I tecnici, per tutto il fine settimana, avevano provato, a più riprese, a far funzionare il sistema che pompa aria compressa per l’apertura dei due bunker. «Volevamo verificare che il guasto che si era verificato venerdì con il congelamento della condensa presente nei tubi non si ripresentasse - spiega Bracchi -. Non ci aspettavamo che si rompesse la valvola dell’impianto idrico. Fino a che le temperature non si alzeranno, adotteremo questo sistema: la notte svuoteremo l’impianto e alla mattina lo riempiremo di nuovo, per evitare ulteriori disagi».

«I pazienti esterni, invece di incominciare la radioterapia alle 8, hanno iniziato alle 8.35 - spiega il responsabile del reparto di Casale Carlo Soatti -. Il paziente interno, che solitamente viene trattato alle 7.50 (così poi ha la possibilità di fare colazione tranquillamente), è stato trattato alle 14, ma entro le 15.15, tutti e 30 i pazienti avevano terminato la cura. Abbiamo tolto i pannelli del controsoffitto che si sono bagnati e domani (oggi, ndr) saranno sostituiti. Abbiamo lavorato solo con l’acceleratore numero 2, per evitare che i pazienti cadessero sul pavimento bagnato. Speriamo che questo freddo smetta al più presto. Dal canto nostro abbiamo adottato le procedure precauzionali: alla sera, prima di andarcene, chiudiamo e svuotiamo l’impianto. In questo modo, se i tubi gelano non si spaccano e non si verificano ulteriori perdite. Di più non possiamo fare. Speriamo nel tempo».

Cri. Ver.

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