Quattrocento profughi nel Sudmilano

Le cifre calcolate in base alla popolazione: San Donato capofila

Il Sudmilano si deve preparare ad accogliere i gruppi di migranti africani che approderanno in questo tratto di hinterland nell’arco di circa tre mesi: la parte principale dovrà farla San Donato. Ma intanto il comune di San Giuliano ha già dato il benvenuto ai primi tre arrivi, che in questo momento si trovano a Cascina Santa Brera.

I numeri legati alla quota di rifugiati politici, nonché di immigrati ancora in attesa di essere dichiarati tali, che saranno destinati alla periferia sud della metropoli, sono frutto di una stima calcolata a spanne da alcuni amministratori pubblici del territorio dopo la nota che nei giorni scorsi è stata divulgata ai municipi dalla prefettura. Indiscrezioni parlano addirittura di una possibile punta di 400 persone, ma non ci sono conferme in merito.

Per le prossime settimane è comunque atteso un gruppo di una trentina di migranti sbarcati a Lampedusa.

La distribuzione dovrà essere proporzionale al numero di abitanti, pertanto l’impegno maggiore verrà chiesto alle principali aree urbane, con un coinvolgimento quindi anche di San Giuliano e Melegnano.

Certo, la presenza di alcuni grossi hotel e del capolinea della metropolitana gialla rende San Donato particolarmente ricettiva. L’assessore ai servizi sociali, Marco Zampieri, anticipando che sono ancora in corso una serie di valutazioni, nella giornata di ieri è si mostrato cauto. «Allo stato attuale - dichiara -, posso solo dire che siamo molto preoccupati per quanto concerne soprattutto l’aspetto economico, ma anche sociale. Stiamo ragionando su come affrontare al meglio la situazione, tenendo conto delle ristrettezze di bilancio in cui ci troviamo ad operare».

Per ciascun ospite lo Stato mette a disposizione l’importo di 40 euro al giorno più 5 euro per servizi come la mediazione familiare, mentre altri aspetti logistici dovranno pensarci le giunte.

Si mostra più ottimista il primo cittadino di San Giuliano, Alessandro Lorenzano, che fa sapere: «Noi come comune siamo stati tra i primi a dare la nostra disponibilità, credo si tratti essenzialmente di un problema di organizzazione, pertanto siamo pronti anche in futuro a fare la nostra parte nel miglior modo possibile».

Sono le primissime reazioni rispetto al un nuovo incarico per cui sono chiamati all’appello i comuni della provincia di Milano.

Gli addetti ai lavori era già da qualche mese che erano stati preavvertiti, ma a questo punto dovranno partire una serie di consultazioni, dove ad esempio per San Donato non sono escluse sinergie con le strutture alberghiere, alcune delle quali viaggiano sui 200 euro di tariffa per notte.

È del resto alquanto vicino l’esempio del residence Ripamonti, a Pieve Emanuele, che nei mesi scorsi è stato trasformato in un maxi centro di accoglienza per aprire le porte a 270 immigrati. Per il momento riguardo il Sudmilano si parla di piccoli nuclei che arriveranno di volta in volta. Riguardo la loro sistemazione resta aperto un punto interrogativo, che dipenderà anche dalla portata del fenomeno.

Giulia Cerboni

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