Per i lodigiani di Londra lasciare l’Ue è un errore

Il Regno Unito è diviso in due. Lo scrivono i giornali, lo affermano i sondaggi, lo percepiscono anche i lodigiani che il lavoro ha portato a trasferirsi nella capitale inglese.

Valeria Bettinelli risiede da alcuni anni a Londra, e incrocia le dita perché l’Inghilterra rimanga nell’Unione, eppure è pronta al peggio: «Temo che voteranno per l’uscita domani (oggi, ndr), perché davvero tutta la campagna elettorale è stata incentrata sugli istinti più bassi della popolazione – racconta -. D’altronde, bisogna anche considerare la divisione forte che c’è tra metropoli e campagne. Se a Londra c’è più informazione, nei piccoli paesi molti sono chiusi, e vedono l’Europa come un male».

Lo conferma anche Caterina Belloni, ex giornalista del «Cittadino», che da due anni abita in Inghilterra: «Negli ultimi tempi, purtroppo, c’è più ostilità nei confronti degli stranieri. Il Paese non ha capito che non può chiudersi in se stesso, in un mondo sempre più globale. Comunque, la forbice è stretta, e non si sa proprio come potrà finire – spiega -. Il Paese è molto coinvolto, anche perché tutta la campagna elettorale è stata basata sulle paure dei cittadini, paventando conseguenze nefaste in un senso o nell’altro a seconda dei casi: dall’aumento dei prezzi delle abitazioni al crollo della Borsa».

«Nessuno ha parlato del progetto politico dell’Europa unita, ma solo di quanto ci sta costando il mercato unico – dice anche il lodigiano Andrea Gialdini -. Per Londra gira un pullman rosso che ricorda agli elettori che il Regno Unito paga 350milioni di sterline alla settimana a Bruxelles, e afferma che quei soldi sono tolti alla sanità. In realtà, però, i sostenitori del “no” sono più rumorosi, ma sono convinto che prevarrà il buonsenso, perché facendo un po’ di conti è evidente che l’uscita sarebbe un grande rischio».

Un rischio anche per Andrea Dardi, ex politico lodigiano ora residente a Londra, dove lavora nel mondo della finanza: «Chi vive il mondo finanziario londinese sa che sarebbe un errore uscire dall’Unione, perché molte banche d’affari americane, che stanno a Londra per avere accesso al mercato Ue, potrebbero delocalizzare - racconta -. Il fronte della Brexit, prima molto forte e trasversale, è ora in bilico, soprattutto dopo l’assassinio della deputata Cox, che ha cambiato gli equilibri dei due schieramenti».

Anche Cinzia Belloni, ormai residente da 19 anni a Londra, afferma che i risultati sono imperscrutabili: «Noi italiani non votiamo, perché andranno alle urne solo i cittadini inglesi, però i sondaggi cambiano da un giorno con l’altro e secondo me bisogna fare i conti anche con l’astensionismo, che sicuramente avrà il suo peso».

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