Nichi Vendola in piazza per Molteni:

«Basta con questo “berlusconismo”

che privatizza tutto, pure le nuvole»

«Facciamo iniziare da Milano e San Giuliano il crepuscolo della cultura della privatizzazione, quella che è stata capace persino di togliere il diritto all’acqua piovana pur di far pagare tutto». L’arringa di Nichi Vendola, il teorico dell’ “Italia migliore”, si è levata ieri pomeriggio in una piazza Italia già sotto un sole scottante, ma comunque affollata per il transito in città dell’astro nascente nella nuova sinistra. Fianco a fianco sul palco con Massimo Molteni, il portabandiera di Sinistra ecologia e libertà e Federazione della Sinistra, con i candidati, il governatore della Puglia incita a «porre fine alla malattia del berlusconismo». Pur nella debita distanza da Partito democratico e affini, ieri si sono colti pochi dubbi su chi faccia ostacolo alla normalizzazione del Paese. È il centrodestra: «Vecchissimo, che ha vinto con la televisione vent’anni prima che Berlusconi scendesse in campo».

Il fondatore di Sel è andato giù durissimo con i leghisti: «A Milano ruggiscono e a Roma belano - affonda il colpo - in parlamento hanno trangugiato tutto: persino quella cosa che si chiama legittimo impedimento. Quell’obbrobrio che ora vogliamo abolire con un referendum che si cerca di sabotare in ogni modo». Secondo Vendola «risulta totalmente ridicolo in un mondo globale ragionare in termini di “razza” padana o che, ma occorre sintonizzarsi sul concetto di razza umana». Seconda zavorra: la resistenza del berlusconismo. «Berlusconi capeggia un gruppo di maschi avvinazzati un po’ in là con gli anni - ha testualmente detto fra gli applausi- che hanno creato il mito del giovane quando ai veri giovani è tolto tutto: l’università, la ricerca, l’istruzione, il lavoro». Più politicamente, il 53enne alfiere di Sel ha osservato come «il presidente del consiglio incarni quell’ultraliberismo che in Bolivia ha persino impedito di raccogliere l’acqua piovana pur di vendere l’acqua privata della rete. Hanno “privatizzato le nuvole”, in pratica». E a San Giuliano, che fare? Qui interviene il candidato Molteni: «Rispondere a un centrodestra che distruggerebbe la ricchezza di questa città, data dalle diversità. Anche il Pd ha commesso gravi errori: già nel 2001 io ero in consiglio comunale e denunciavo il rischio di “deriva affaristica” di Genia ».

Emanuele Dolcini

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