«Nessun rimpianto per la Provincia:

Milano è il nostro traguardo naturale»

«Dove eravamo vent’anni fa e dove sarebbe stato logico restare».

Per Gianluigi Scotti, presidente del Consorzio Lodi Export e amministratore delegato della Sillaro Srl, azienda di San Colombano che produce fusti e tubi in cartone per il mercato chimico-farmaceutico e siderurgico, quello verso la Città metropolitana non sarà «nient’altro che un naturale» ritorno al futuro. E pazienza, dice, se saremo un quartiere del sud di Milano.

Non è da questi particolari che si giudica un territorio. La mettiamo così?

«Non dev’essere una vergogna o un limite. Abbiamo valenze in campo imprenditoriale di tutto rispetto. Il fatto di essere decentrati rispetto al capoluogo non vuol dire niente. In ambito territoriale anche la nostra Bassa portò a suo tempo un beneficio all’economia dell’intero Lodigiano. Nella Città metropolitana conteremo per quanto saremo in grado di contare».

Secondo lei quanto?

«Dipenderà da quanto sapranno rappresentarci le nostre eccellenze che lavorano a livello nazionale e internazionale. Ma è soprattutto sul Parco tecnologico padano che dovremo puntare, la realtà con maggiore appeal per Milano. Io credo che il Parco e la futura università potranno costituire una Cittadella della bioricerca di rilevanza internazionale. Le premesse ci sono tutte e ci sono riconosciute a tutti i livelli, non dimentichiamoci che Carenzo dallo scorso settembre è anche presidente dell’Associazione nazionale dei Parchi scientifici e tecnologici italiani».

Anche il Consorzio Lodi Export dallo scorso settembre ha sede al Parco…

«Ci siamo innestati in un luogo dove nascono progetti, iniziative imprenditoriali. Un luogo di grande impulso, la sede giusta per una realtà come la nostra. Siamo il terzo consorzio della Lombardia e uno dei primi dieci in Italia, le nostre cento imprese esprimono in volume un miliardo e mezzo di euro di fatturato con un indotto di 3.500 addetti. Se la piccola Lodi può esprimere questi numeri, significa che anche i piccoli territori possono essere espressione di eccellenza».

Del vostro consorzio fanno parte anche numerose aziende del Cremasco. Un eventuale accorpamento dei territori di Lodi e Crema come lo vedrebbe?

«Nulla esclude che ci possa essere un’aggregazione Lodi-Crema nella futura Città metropolitana. È un’ipotesi plausibile. Sono due territori simili, ci sono punti in comune. Noi abbiamo in corso un progetto di ampliamento del consorzio che riguarda proprio l’ambito Cremasco e prevediamo entro il 2016 di aprire una sede a Crema. Negli ultimi anni la nostra base associativa è cresciuta molto, attualmente le aziende del territorio di Crema trovano più comodo appoggiarsi a Lodi. Per arrivare qui bastano dieci minuti, per andare da Crema a Cremona ci vuole mezz’ora».

Ma oggi non si può fare tutto telematicamente?

«Sì, ma gli incontri diretti sono sempre molto utili. Certi ragionamenti per via telematica non si possono fare».

Il vostro consorzio riunisce però anche aziende milanesi. Visto che puntiamo alla Città metropolitana non sarebbe meglio indirizzare là gli sforzi?

«A Milano c’è già la Promos, l’azienda della Camera di commercio attiva su grandi progetti. Noi lavoriamo per le piccole e medie aziende che puntano all’internazionalizzazione e che al loro interno non hanno una struttura per l’export».

E se gli eventi spingessero Lodi e Crema ad un accorpamento per conto proprio, le vostre aziende milanesi dove andrebbero?

«Lodi e Crema da sole sarebbero comunque piccole, non credo che si accorperanno tra loro. Comunque le nostre aziende milanesi resterebbero con noi, proprio perché sono anche quelle di piccole e medie dimensioni. E poi si tratta di aziende del Sudmilano, dunque vicine a noi».

La vostra Expo com’è andata?

«Il bilancio è assolutamente positivo, abbiamo avuto molti incontri e avviato nuovi contatti anche nell’agroalimentare, che incide per circa il venti per cento sulla base associativa. Nelle missioni economiche del prossimo anno intendiamo consolidare i rapporti con il Sudafrica, l’Indonesia e la Birmania. E in collaborazione con il Parco tecnologico anche in Sudamerica».

Ma della Provincia non rimpiangerà nulla?

«Negli ultimi anni mi sono sempre chiesto quale fosse la necessità di avere una Provincia. Se le funzioni vengono correttamente ripartite sui territori penso che non ci saranno rimpianti. L’importante sarà mantenere dei presidi dei servizi sul territorio, a partire da quello della Camera di commercio. Può essere auspicabile un modello in cui i territori comunali siano strutturati per riunire le principali funzioni di Camere di commercio e Province. E mi auguro che gli spazi di San Cristoforo e San Domenico possano essere adeguatamente valorizzati».

E prefettura, vigili del fuoco, questura?

«Qui c’è in gioco la sicurezza, e questa non può essere messa in discussione. Come minimo dovranno restare dei presidi».

Cosa pensa della proposta lanciata sabato scorso in questa pagina dall’europarlamentare Massimiliano Salini, quella del canale navigabile che, anche attraverso la Muzza, permetterebbe il collegamento per le vie d’acqua tra Milano e Cremona? Secondo Salini potrebbe essere questo il grande progetto del Lodigiano per il suo futuro…

«Sulla carta è una bellissima idea, specie come forma alternativa di trasporto delle merci. È un progetto ambizioso ma anche oneroso, nonostante il cofinanziamento della Commissione europea. Sono un po’ scettico sulla possibilità che l’idea possa attrarre capitali».

Perché?

«Non siamo in una fase storica favorevole all’investimento di grandi capitali. Ho dei dubbi sull’effettiva disponibilità delle imprese. Forse è solo una mia sensazione, potrei sbagliarmi…».

E della proposta di Mauro Sangalli, quella del protocollo istituzionale che favorisca l’insediamento sul nostro territorio della piccola e media industria?

«Vale quanto sopra, idea molto bella sulla carta ma bisogna vedere se è realizzabile nella pratica. Quello della burocrazia è un tema complesso. E poi di quali insediamenti parliamo? Immagino della logistica, visto che gli altri che avevamo li abbiamo lasciati andare via. Anche qui sono un po’ scettico, anche se non posso che guardare con favore ad ogni insediamento produttivo».

Da imprenditore cosa mi dice sul governo? Contento delle misure a favore delle imprese?

«Sono contento del jobs act che, al di là degli sgravi contributivi, ha superato vecchi pregiudizi e a livello psicologico aiuta gli imprenditori che vogliono fare delle assunzioni. Il costo dell’energia resta però ancora alto, e anche l’imposizione fiscale resta elevata. C’è ancora molto da fare, ma l’approccio del governo alla materia è stato finora positivo».

Sul percorso di avvicinamento alla Città metropolitana indicato da Soldati cosa dice?

«Soldati è un giovane politico promettente che gode della mia stima. Mi auguro che possa essere una delle persone che ci rappresentino nella futura Città metropolitana».

Ne ha in mente altre?

«Diciamo che è auspicabile la presenza qualche imprenditore di chiara fama del territorio».

Fiducioso sul futuro del Lodigiano?

«sì, sono fiducioso di natura. Auspico la possibilità che tutti gli attori del territorio si diano la mano per trovare un dialogo e mettere da parte le vecchie logiche e i vecchi schemi. Solo così potremo presentarci in modo adeguato al tavolo delle trattative con Milano».

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