Nel Lodigiano profughi a quota 300

Il flusso dei profughi non si interrompe e anche ieri quattro stranieri sono arrivati in città e poi sono stati destinati dalla prefettura nelle strutture di accoglienza. La presenza di migranti in provincia ha ormai quasi raggiunto le 300 unità, anche se dalla prefettura ieri non sono stati forniti dati ufficiali. E dare ospitalità a tutti sta diventando sempre più un problema, con i vertici della prefettura indaffarati quasi ogni giorno a cercare accordi con i privati e con le amministrazioni comunali per aumentare la capacità “ricettiva” della provincia.

Una boccata di ossigeno in questo senso potrebbe arrivare dalla casa cantoniera di Casaletto Lodigiano, in località Mairano. Venerdì il presidente della Provincia Mauro Soldati consegnerà le chiavi ai responsabili della cooperativa Integra Onlus, che si farà carico dei lavori di ristrutturazione e poi gestirà direttamente la fase dell’accoglienza. La spesa stimata per l’intervento è di circa 50mila euro. «Ribadisco che non sarà usato nemmeno un centesimo della Provincia per il recupero delle case cantoniere - spiega Soldati -. Per Casaletto abbiamo individuato una coop che metterà le risorse e poi la gestirà direttamente fino al “rientro” dell’investimento fatto, dopo di che pagherà un affitto. Quando l’emergenza profughi sarà cessata, invece, la struttura passerà al Comune. Abbiamo inoltre chiesto e ottenuto dalla cooperativa - aggiunge Soldati - che la manodopera necessaria sia per i lavori che per la gestione successiva venga recuperata in loco. Penso per esempio ai muratori, al servizio pasti e altre cose ancora». Venerdì quindi saranno consegnate le chiavi e dopo le ultime verifiche con le imprese potranno partire i lavori. «Pensiamo che in quella struttura possano alloggiare fino a 24 persone - conclude Soldati -. È composta da quattro camere oltre alla cucina, ai locali degli spogliatoi e ad altri spazi ancora».

Ieri come detto sono arrivati altri quattro migranti, due uomini e due donne, che da Bresso sono stati accompagnati in questura a Lodi per l’identificazione e poi nelle strutture a loro assegnate, nella città capoluogo. Altri ne arriveranno nei prossimi giorni. «Ad oggi il sistema dell’accoglienza territoriale regge, anche se in mezzo a tanti problemi - aggiunge ancora il presidente della Provincia Soldati -, di fronte anche alle immagini degli ultimi giorni bisogna capire fino a che punto si potrà andare avanti, la capacità di tenuta non può essere infinita». Sembra tramontata, invece, almeno per il momento, l’ipotesi di una tendopoli. La prefettura aveva “sondato” questa possibilità già lo scorso anno e lo ha fatto di nuovo durante l’estate, sottoponendo agli enti locali una serie di località individuate. Ma su questo fronte sono arrivate solo risposte negative e al momento questa sembra una strada non percorribile.

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