Nasce il governo Gentiloni, ma Verdini si è già defilato

Il governo Gentiloni nasce alle 18,35, nel momento in cui il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, esce dalla Sala del Bronzino e legge di fronte alle telecamere la formula di rito: «Il Presidente della Repubblica ha ricevuto questo pomeriggio al Palazzo del Quirinale l’on .Paolo Gentiloni, il quale, sciogliendo la riserva di ieri, ha accettato di formare il nuovo governo ed ha fornito la lista dei ministri ai sensi dell’art.91 della Costituzione».

Il giuramento, ha aggiunto il segretario generale, è previsto per questa sera alle 20.

Ecco la composizione del nuovo esecutivo. Senza portafoglio: Anna Finocchiaro Rapporti Parlamento, Marianna Madia Semplificazione e Pa, Enrico Costa Affari Regionali, Claudio De Vincenti alla Coesione Territoriale e Mezzogiorno, Luca Lotti Sport. Con portafoglio Angelino Alfano agli Esteri, all’Interno Marco Minniti, alla Giustizia Andrea Orlando, alla Difesa Roberta Pinotti, all’Economia Giancarlo Padoan, allo Sviluppo Economico Carlo Calenda. Alle Politiche agricole Maurizio Martina, all’Ambiente Gian Luca Galletti. Ai Trasporti Graziano Del Rio. Al Lavoro Giuliano Poletti. All’Istruzione Valeria Fedeli. Ai Beni Culturali Dario Franceschini. Alla Salute Beatrice Lorenzin. Sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi.

Sulla carta il governo Gentiloni può contare in Senato su una forbice che va da un minimo di 160 voti a un massimo di oltre 170. Quindi il gruppo di Verdini - in tutto 18 - non risulta, secondo il pallottoliere, determinante perché il nuovo Governo a Palazzo Madama incassi la fiducia.

Il via libera dei verdiniani al nuovo esecutivo era dato per certo fino ad oggi, avendo l’ex braccio destro di Berlusconi assicurato la propria disponibilità a sostenere la nascita di un nuovo Governo, in occasione delle consultazioni al Quirinale. Ma a pochi minuti dalla presentazione della lista dei ministri al Colle, a sorpresa, Verdini e Zanetti annunciano, in una nota, che non voteranno la fiducia a un governo ‘fotocopià rispetto a quello Renzi.

A questo punto, salvo ulteriori colpi di scena, il Governo Gentiloni al Senato è sostenuto da Pd, Ncd, Autonomie, ed alcuni altri esponenti del gruppo Misto e di Gal.

Il forfait di Verdini e Zanetti, pur non mettendo a rischio il voto di fiducia sul discorso che farà in Aula il presidente del Consiglio, lascia intravedere un percorso ad ostacoli per la maggioranza nelle settimane a venire.

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