
PrimoPiano
Giovedì 23 Maggio 2013
L’opzione “rosa” della Cominetti
“
Vedo una città viva,
partecipata,
disponibile
al confronto
che rivesta
un ruolo
guida in un Lodigiano
forse orfano
della
Provincia
“
I giovani
sono una
risorsa,
devono
essere
protagonisti
della vita
culturale;
per le donne
si può fare
ancora
molto
Una Lodi più “rosa” e aperta ai giovani. Una città capace di guardare al futuro e in grado di fare da guida per il territorio. È questa la sfida di Giuliana Cominetti, candidato sindaco sostenuto da diverse liste civiche e dalle forze politiche di centrodestra (Pdl e Lega nord). L’ex vicesindaco della giunta Guerini propone diverse novità per la viabilità, un rilancio dello sport e alcune ricette per l’economia locale.
Non sarà facile governare il Broletto nei prossimi anni, viste le “magre” risorse dei bilanci pubblici. Per quale motivo ha deciso di candidarsi come sindaco?
«Sono sempre stata abituata ad avere deleghe con poche risorse e comunque sono riuscita ad avviare dei progetti e delle esperienze significative. È vero che ci saranno in futuro poche risorse, però l’impegno è quello di andare a governare bene con le risorse esistenti, tenendo presente che uno dei primi provvedimenti che potrei eventualmente realizzare è quello di andare a fare una revisione delle spese correnti, con un abbattimento dei costi di quasi il 5 per cento».
È stata vicesindaco di una giunta di centrosinistra, ora invece è sostenuta da Pdl e Lega. Come mai questo cambiamento?
«Sono nata civica e rimango civica, tanto è vero che all’interno della mia coalizione c’è comunque una presenza civica significativa. Ho presentato la mia candidatura l’8 di marzo: dopo la mia uscita pubblica e l’avvio dell’elaborazione del mio programma, alcune forze politiche hanno condiviso il mio progetto e lo hanno sposato. Un programma che mette al centro dell’azione amministrativa i cittadini con i loro bisogni e le loro aspettative. Perché il distacco dalla mia precedente esperienza? Il motivo è che sono cambiate le condizioni. Avevamo sostenuto Lorenzo Guerini, una figura moderata e trasversale. Ma nella coalizione di centrosinistra, che si è costruita poi, queste qualità sono venute meno».
In passato era stata anche candidata al Senato nelle liste del Pd. Qual è il suo orientamento politico?
«In questi anni l’attività che ho cercato di portare avanti è un’attività che si è occupata soprattutto dei bisogni e della realizzazione delle aspettative della gente. Non mi sono mai posta il problema se il mio interlocutore fosse un mio elettore, se fosse di centrodestra o centrosinistra. Una buona politica non ha colore».
Lodi non ha mai avuto un sindaco donna. Quale significato ha questa sua candidatura per la città?
«Io penso che un sindaco debba essere votato e scelto a seconda dei meriti e delle qualità, indipendentemente che sia maschio o femmina. Ognuno di noi poi, a seconda del genere, porta con sé caratteristiche particolari. Io potrei essere un sindaco operativo, pratico e vicino alla gente».
In questi anni si è molto impegnata nelle politiche di genere. Quali altri progetti vuole portare avanti per le donne?
«Per le donne si può fare ancora tanto a Lodi. Già in questi anni ho portato avanti diverse sperimentazioni e iniziative e voglio continuare. Ad esempio sul versante della violenza, che è un tema di grande attualità, si potrebbe pensare ad una casa rifugio, ad un sostegno psicologico e magari a politiche per il reinserimento per le vittime di questi episodi».
Furti nelle case, truffe agli anziani: a Lodi secondo lei c’è un’emergenza sicurezza?
«Sul fronte della sicurezza è necessario intervenire e mettere in atto degli accorgimenti. Diversi cittadini ormai si sentono poco sicuri. Vanno quindi attivate le telecamere il più presto possibile, visto che ormai quello è un progetto di alcuni anni fa ed era stato siglato con l’allora ministro Roberto Maroni. Poi bisogna migliorare l’illuminazione, rendere le zone più vive e si può pensare anche di utilizzare un istituto di vigilanza per ottenere maggiore sorveglianza. Proponiamo anche un coordinamento con le parrocchie per assistere gli anziani che restano vittime delle truffe».
Gli stranieri in città superano il 10 per cento dei residenti. Quali misure propone per questa fascia della popolazione?
«Noi siamo per una politica d’integrazione, che sia però guidata. In questi anni molte sono le associazioni del territorio che si sono impegnate. Va dato loro merito. Le differenze in città sono un valore, per questo abbiamo pensato che si potrebbe promuovere con le varie etnie presenti una manifestazione di “cittadini del mondo” che veda la partecipazione di tutti, anche dei lodigiani. Sempre su questo tema, occorre poi fare in modo che i comportamenti poco corretti vadano controllati e incanalati».
Parco tecnologico padano, università e polo fieristico: cosa intende fare con questi progetti strategici?
«Il Parco tecnologico , l’università, la fiera sono risorse della città, non solo dell’amministrazione comunale. Sono entità che dovranno essere gestite attraverso l’istituzione di un tavolo di coordinamento con altre realtà cittadine importanti, come la Provincia di Lodi, la Fondazione Bpl, la Camera di commercio. Di sicuro sono delle strutture che vanno valorizzate».
Situazione della ex Polenghi, crisi del Consorzio agrario, futuro della Banca Popolare di Lodi. Non le sembra che la città si sia impoverita? Cosa si può fare per rilanciare l’economia?
«Bisogna puntare molto sul rilancio dell’occupazione. Le amministrazioni future dovranno fare in modo di non perdere le aziende della città. Occorre lavorare a politiche di prevenzione. Ad esempio noi vorremmo studiare misure per alleggerire l’Imu sulle realtà produttive, poi migliorare la burocrazia per renderla più snella e aiutare le imprese per favorire l’accesso al credito».
Pressione fiscale del Comune: come intende ridurla?
«Avevo lanciato l’idea del taglio dell’Imu sulla prima casa, ma poi il Governo ha deciso d’intervenire in prima persona sul tema. Questo è il governo delle larghe intese, perché le larghe intese non vengono proposte solo a livello locale. Oltre a delle misure sull’Imu per le imprese, sulle tasse valuteremo delle verifiche sull’addizionale Irpef e su una serie di altre tariffe».
Come modificherà la viabilità in città?
«Mi propongo di fare una revisione della situazione, iniziando con il cambiare il regolamento della Zona a traffico limitato in centro, in particolare favorendo l’ingresso delle auto in via Garibaldi e via Castelfidardo in fascia serale. Abbiamo anche intenzione di rendere gratuiti i primi 15 minuti di sosta e poi prevedere degli abbonamenti per il parcheggio dei pendolari. Pensiamo di aprire tutto l’anno nel fine settimana i parcheggi delle scuole, oltre a rivedere la viabilità in piazza Ospitale e piazza Castello. Come grande opera pensiamo di costruire un multipiano in via D’Azeglio».
Secondo lei Lodi è una città poco attrattiva per i giovani?
«I giovani sono una grande risorsa e vanno valorizzati. Bisogna fare in modo che loro siano i promotori e i protagonisti della cultura in città. Il Comune di Lodi può fare da supporto, sia tecnico che economico. In questi anni abbiamo già fatto molto: penso al centro di partecipazione giovanile, alle “Notti bianche” di quartiere. Occorre proseguire su questa
via».
Sullo sport quali sono i suoi progetti?
«Anzitutto voglio dire che in passato abbiamo sempre sostenuto lo sport.
Non è vero che le associazioni non
hanno ricevuto nulla, anche se qualcuno continua a sostenere il contrario. Ci sono degli atti pubblici che lo dimostrano. Per il prossimo mandato penso ad un coinvolgimento maggiore delle società sportive, con la possibilità di condividere ulteriormente le scelte da adottare. In più bisogna completare la cittadella dello sport alla Faustina, con la nuova piscina olimpionica, e vorremmo poi dare una sede a tutti quegli sport che non hanno un impianto proprio, oltre a voler costruire un campo di hockey all’aperto e una pista di ghiaccio permanente».
Cinque aggettivi per descrivere la sua Lodi del futuro?
«Sarà una città viva, partecipata, “rosa”,
disponibile al confronto e con una visione che vada oltre i confini e si estenda a tutto il territorio, un Lodigiano che in futuro potrebbe non avere più l’istituzione della Provincia».
Matteo Brunello
© RIPRODUZIONE RISERVATA