Lodi è una città con i capelli sempre più grigi. Un quarto della popolazione, infatti, ha più di 65 anni di età. Il capoluogo ha il più alto numero di anziani (10mila 800), non solo della provincia, ma anche della Lombardia e del resto d’Italia. E molti di queste persone vivono sole e hanno bisogno costante di assistenza. A dirlo sono i dati del bilancio sociale 2010 del Broletto, l’ultimo pubblicato. L’amministrazione post Guerini dovrà quindi farsi in quattro per garantire i servizi a questa fascia della popolazione, sperando in una inversione di rotta della crisi e nella ricostituzione del fondo per la non autosufficienza, passato da 400 milioni a zero euro. Il Comune di Lodi (ma non solo), avrà altrimenti delle serie difficoltà a garantire l’assistenza.
Già nell’anno passato l’assessorato alle politiche sociali del Broletto, pur potenziando anno dopo anno la spesa per gli ultimi, si è trovato ad affrontare un’esplosione delle richieste di aiuto. A condizionare questo trend, il progressivo invecchiamento della popolazione. Nel 2010 le persone tra i 65 e i 79 anni erano 7mila 307 su un totale di 44mila 401 abitanti, cioè il 16,5 per cento. A questi però si aggiungevano ben 3mila 411 persone con più di 80 anni di età (il 7,7 per cento). Mettendo insieme le due fasce, abbiamo oltre 10mila persone, cioè il 24,2 per cento, che appartiene alla terza età. Tanti di questi anziani hanno bisogno di un’assistenza continua: molte volte viene fornita dai parenti, ma in tanti casi sono i servizi sociali che devono intervenire. La problematica è evidenziata anche dall’indice di dipendenza che mette in relazione la popolazione in età non lavorativa con la popolazione attiva che dovrebbe provvedere al suo sostentamento. L’indice, che dà conto del carico sociale ed economico che la società deve sostenere, a Lodi è più altro che altrove ed è cresciuto costantemente dal 2006 ad oggi. Nel capoluogo è del 56,77, mentre, in provincia è del 49,60, in Lombardia del 52,19 e in Italia del 52,28. La media dei componenti per famiglia, invece, a Lodi è più bassa che altrove, a conferma che la rete dell’assistenza parentale per chi non è più giovane, nel capoluogo è ridotta all’osso. A Lodi, la media di componenti è di 2,22, in provincia del 2,44, in Lombardia del 2,30 e in Italia del 2,41.
Per far fronte alle esigenze crescenti, il Broletto ha messo in campo una serie di servizi. Anzitutto l’assistenza domiciliare, con del personale preparato che si reca a casa degli anziani per aiutarli nelle faccende domestiche. Gli utenti seguiti negli ultimi anni sono cresciuti sensibilmente (47 nel 2009, 68 nel 2010). Poi ci sono i pasti consegnati a domicilio, per consentire ai meno giovani di ricevere a casa quotidianamente un pranzo caldo: il numero degli utenti era 141 nel 2003 ed è arrivato ad essere 298 nel 2010. Attualmente ci sono addirittura 28 persone in lista d’attesa. Grande è stata anche la domanda per il trasporto verso ambulatori e strutture ospedaliere per gli esami. Un apporto decisivo allo svolgimento di questo servizio arriva dall’associazione Auser, che ha siglato una convenzione con il Comune. «Le esigenze che ci vengono presentate sono sempre tantissime e rispetto al nostro numero di volontari, facciamo fatica a stare dietro ai tanti anziani che ci chiedono aiuto», dice Francesco Bettinelli di Auser. E il municipio offre anche un centinaio di posti per attività di animazione al centro anziani di via Gorini. Nel 2010 si è registrato un aumento dei soci (più 3,8 per cento rispetto al 2009) e un aumento delle persone con frequenza continuativa (più 17,9 per cento rispetto al 2009). Infine ci sono gli aiuti economici erogati agli anziani, che con la sola pensione faticano ad arrivare a fine mese, tutti finanziamenti che rischiano di essere ridotti notevolmente con la crisi delle finanze locali.
LE SFIDE DEL SINDACO - Una popolazione che invecchia sempre di più, con famiglie sempre più sole: cosa fare per il sociale?
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