Lodi continua ad avere “fame” di case popolari. La lista di attesa l’anno scorso aveva sfondato quota 500 famiglie. Il livello è sempre molto alto (473 domande due anni fa, 425 nel 2010, 461 nel 2009). Tanto che il Broletto ha messo mano ad un piano di rafforzamento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, in collaborazione con Aler.
Sono stati realizzati nuovi alloggi per le famiglie in difficoltà, in particolare gli appartamenti in via Calipari (zona Fanfani), e sono stati avviati una serie di altri cantieri. Opere che però hanno incontrato alcune difficoltà e attendono di vedere la luce.
Attualmente il patrimonio di edilizia pubblica del Broletto è di 382 case, mentre ce ne sono altre 414 di proprietà dell’Aler nel capoluogo (in tutto quasi 800). Gli appartamenti sono tutti occupati e ogni anno le assegnazioni si aggirano sui 40 casi (per effetto di morte, cambio di residenza, perdita dei requisiti degli utenti).
La crisi in corso ha poi peggiorato la situazione economica di molte famiglie, che sono state costrette ad abbandonare la loro casa privata. Nel territorio si è registrato un costante aumento degli sfratti esecutivi negli ultimi sei anni. Per quanto riguarda il Lodigiano e il Sudmilano, il Tribunale di Lodi aveva confermato un’impennata di questi provvedimenti del 20 per cento tra luglio 2011 e giugno 2012, rispetto al periodo precedente. Fonti sindacali avevano parlato di «situazione drammatica» per l’emergenza sfratti, che riguarda in particolare anche il capoluogo.
Per provare a trovare delle soluzioni, il Broletto ha messo in campo anche nuove misure. Nelle ultime riunioni del consiglio comunale dell’anno scorso è stato varato un nuovo strumento per affrontare i casi più gravi. È stata istituita una commissione, con componenti dei servizi sociali dell’ente locale, per derogare se necessario alle graduatorie delle case popolari.
In più sono in corso diversi programmi per aumentare la disponibilità di case da assegnare ai cittadini in difficoltà. Tre sono le opere più importanti, che sono state progettate e devono ancora essere ultimate. Ci sono i cantieri per i nuovi insediamenti in via Marchi (17 alloggi, a cura del Comune) e in via Amendola (località Secondina, 45 alloggi a cura di Aler). Questi interventi sono partiti da tempo, ma si sono arenati per problemi legati alle ditte che stavano operando e ora sono in procinto di essere sbloccati. Inoltre nel 2011 la Regione ha approvato un nuovo intervento dell’Aler per la realizzazione di 28 alloggi in via da Vinci (oltre a 6 appartamenti di edilizia convenzionata e 10 da assegnare con patto di futura vendita): per questo intervento, la Regione ha concesso ad Aler un contributo di 1 milione di euro e altri 850mila euro li ha concessi al Comune, che ha deciso di devolverli a favore del progetto Aler.
Infine un capitolo a parte sono le residenze sociali che dovranno essere realizzate direttamente dai privati, sulle base delle nuove regole del Piano di governo del territorio. Per gli interventi di iniziativa privata a Lodi si prevede infatti che una quota di quanto costruito sia riservata all’edilizia sociale: al momento sono già stati definiti i piani per la zona di Cavrigo, per la Cascina Codignola e per la zona del Pratello, che complessivamente porteranno alla realizzazione di 23 case popolari, costruite a spese dei privati (per un investimento totale di circa 2 milioni e 500mila euro) e che verranno cedute gratuitamente al Comune. Negli stessi piani di trasformazione urbanistica che sono stati indicati nel Pgt del capoluogo è prevista la realizzazione di altrettanti appartamenti di edilizia convenzionata, che verranno messi in vendita al prezzo concordato di 1.950 euro al metro quadrato.
LE SFIDE DEL NUOVO SINDACO - A Lodi c’è sempre più fame di case: la lista d’attesa per un alloggio popolare ha già superato quota 500
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