L’esito dell’autopsia, ucciso da 2 colpi

L’esame sul corpo della vittima chiarisce il quadro:

le ferite sono state inferte alla schiena. È ancora mistero sull’arma del delitto, che non è stata trovata

Due coltellate alla schiena, di cui una fatale al rene, hanno ucciso Rosario Puleo. Il 47enne, residente a Mulazzano, è morto per un’emorragia interna. È questo quanto emerge dall’autopsia sul corpo del dipendente Atm, che è stato assassinato di fronte a casa, in via Mozart, nella notte tra sabato e domenica. Una feroce aggressione che è scaturita da una lite con un vicino di casa, accusato di aver inferto i due colpi letali. Luigi Nasti, 55 anni di età, che vive proprio nella villetta a fianco a quella della sua vittima, dovrà ora rispondere di omicidio volontario. L’uomo ha già confessato ed è stato portato in carcere a Lodi.

Ieri nella conferenza stampa i carabinieri hanno fornito ulteriori dettagli sulla violenza. I dissidi tra i due uomini andavano avanti da tempo, con dispetti e alterchi continui. C’erano state persino delle denunce tra vicini, che risalgono a pochi giorni fa: una segnalazione per ingiurie e un’altra contro ignoti per danni all’auto. Poi è arrivata l’esplosione della rabbia. Sembra che tutto sia scaturito da futili motivi. Durante la notte, verso le 5, l’aggressore è uscito dalla sua abitazione in pigiama, con un coltello nascosto nei pantaloni. Ed è scoppiata una zuffa. Secondo gli investigatori, ad incastrare Nasti, operaio originario di Torre Annunziata, ci sarebbero proprio le tracce di sangue trovate su quel pigiama e sulle scarpe dell’uomo. Dopo aver inferto le ferite mortali, l’uomo sarebbe infatti tornato in casa a cambiarsi. E nel corso della perquisizione i militari dell’Arma hanno rinvenuto gli indumenti ancora sporchi di sangue, che ora verrà analizzato. Ci sono anche testimonianze e versioni convergenti sulla ricostruzione dei fatti. La moglie della vittima avrebbe riferito di aver visto il 55enne ora in carcere con in mano la lama, un serramanico tra i 5 e i 7 centimetri di lunghezza. Per i vertici dei carabinieri (il comandante provinciale tenente colonnello Alessandro Magro, il maggiore Helios Scarpa e il capitano Biagio Bertoldi del nucleo investigativo) sarebbero questi gli elementi che hanno fatto crollare nella notte l’indagato, un quadro indiziario che lo avrebbe indotto a confessare. Rimane il mistero dell’arma, quel coltello usato per ferire e ammazzare: tutta l’area retrostante la villetta di Luigi Nasti è stata setacciata. Qui l’indagato aveva detto di averla buttata, poco prima di rientrare in casa. Le ricerche continueranno, ma gli inquirenti avanzano il sospetto che l’indagato possa aver mentito, oppure qualcuno possa aver spostato il coltello, perché per ora non è stato trovato nulla. Durante la notte è stato anche girato un filmato, da parte dei famigliari, ma nelle immagini non si vede nulla e si avvertirebbe solo un sonoro poco distinguibile.

I carabinieri, coordinati nelle indagini del sostituto procuratore Giampaolo Melchionna, hanno messo insieme i fatti: tutto sarebbe partito da alcuni colpi contro la parete della sua abitazione da parte di Puleo, forse uno sgarbo nei confronti del vicino che la notte precedente avrebbe fatto un po’ di confusione. Questa scintilla avrebbe generato l’inferno. Una rissa prima tra i due uomini, poi con le mogli a distanza, che si sono affrontate anche loro. È stata anche sequestrata l’auto del figlio di Nasti, un suv bianco che si trovava sul luogo del delitto. Gli inquirenti hanno però ieri ribadito che l’unico indagato per quanto avvenuto è il 55enne Luigi Nasti.

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