«Lavoro e pensioni, c’è molto da rifare»

Occupazione giovanile e nuove frontiere per l’agricoltura lodigiana. Sono due dei punti cardine del programma di Emanuele Arensi, consigliere provinciale di maggioranza e garante provinciale dei diritti degli animali. Arensi fa parte della “pattuglia” di esponenti di palazzo San Cristoforo che ha lasciato il Popolo della Libertà per passare in Fratelli d’Italia, la nuova aggregazione di La Russa, Crosetto e Meloni. Proprio per Fratelli d’Italia, Arensi è candidato alla Camera nel collegio Lombardia 3, alla posizione numero 9.

Arensi, come è maturata la scelta di aderire a Fratelli d’Italia?

«Nel Pdl ormai non si riusciva più a fare politica ed era diventato impossibile lavorare. Il gruppo consiliare del Pdl inoltre non prendeva più vere iniziative di centrodestra, era di fatto bloccato. Da qui è nata l’esigenza di aderire a un nuovo progetto che puntasse a creare un centrodestra diverso, dove la meritocrazia fosse al primo posto».

Cosa imputa in particolare al partito di Berlusconi?

«La mancanza di decisioni e il sostegno, da parte della maggioranza del partito, al governo Monti. Non solo, ma la stessa maggioranza del partito avrebbe visto di buon occhio un Monti bis».

Fratelli d’Italia e Pdl però sono alleati…

«Crediamo nel bipolarismo e agiamo nella coalizione di centrodestra, ma siamo due partiti differenti. Noto con piacere tuttavia che Berlusconi ha copiato, sebbene in maniera un po’ raffazzonata, la nostra proposta di restituire l’Imu agli italiani che l’hanno pagata nel 2012».

Fratelli d’Italia critica Monti. Eppure i suoi componenti, da La Russa alla Meloni, hanno fatto parte fino a pochi giorni fa del Pdl, che - le ricordo - ha votato tutti i provvedimenti del governo tecnico…

«Ogni singolo parlamentare del Pdl ha espresso il proprio voto in maniera autonoma. Meloni, La Russa, Crosetto, Corsaro e Beccalossi non hanno sostenuto Monti».

Quali sono le principali emergenze del Lodigiano?

«L’agricoltura e l’occupazione».

L’agricoltura?

«Sì. La vocazione agricola del Lodigiano è stata bistrattata negli ultimi anni. Occorre tornare a dare importanza al comparto agro-zootecnico, che non può unicamente vivere di sovvenzioni europee e di scorciatoie come quelle degli impianti di biogas».

Resta il fatto che lei è nella coalizione in cui c’è la Lega nord, molto vicina ai “ribelli” delle quote latte…

«È stato un errore permettere che si verificasse questa situazione. Il problema di fondo però sono le quote latte, che hanno danneggiato le stalle del Lodigiano».

Torniamo alle emergenze del territorio. Come contrastare la disoccupazione?

«Nel Lodigiano sono stati bruciati migliaia di posti di lavoro negli ultimi anni e i giovani fanno grande fatica a trovare occupazione. Purtroppo l’amministrazione provinciale e in particolare l’assessore alla partita, Claudio Pedrazzini del Pdl, non sono stati capaci di portare nuovi posti di lavoro sul territorio perché non hanno avviato politiche efficaci. Non servono nuove logistiche, né progetti faraonici, ma provvedimenti concreti come la defiscalizzazione del costo del lavoro. E soprattutto occorre rimettere mano alla riforma delle pensioni: oggi si è creato infatti un contrasto forte tra le persone mature che non possono andare in pensione e i giovani che si vedono l’accesso al lavoro sbarrato».

La nascita di Fratelli d’Italia e il contrasto con il Pdl mettono a rischio la tenuta della maggioranza che sostiene il presidente provinciale Foroni?

«Non credo. I rapporti con il Pdl sono pacifici, anche se abbiamo sempre sofferto la mancanza di capacità decisionale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA