«L’agricoltura può rilanciare l’economia»

«L’agricoltura e il sistema agroalimentare sono l’unico settore che ha prospettive di crescita e che può trainare il rilancio dell’economia». Confagricoltura è partita da qui, dalle parole del neoeletto presidente regionale Antonio Boselli, per spronare i soci di Milano, Lodi e Monza Brianza (riuniti nell’assemblea annuale convocata sabato al Parco Tecnologico Padano) ad assumersi la responsabilità di appartenere a un settore strategico per il futuro.

Quali siano i punti nevralgici e quali i nodi da sciogliere per fare dell’agricoltura lombarda la nuova “locomotiva d’Italia” è stato chiarito dai tanti relatori che si sono alternati nella mattinata. Rivolgendosi ai numerosi rappresentanti della politica locale presenti in assemblea (fra cui il consigliere regionale Pietro Foroni, accompagnato da alcuni membri della giunta provinciale), Boselli ha sottolineato l’importanza di «attivare politiche di regolazione dei mercati per riequilibrare i rapporti fra i diversi soggetti della filiera agroalimentare, agroindustriale e distributiva». Presente in assemblea anche il presidente nazionale della Confagricoltura, Mario Guidi, cui è spettato il compito di chiudere una mattinata cui hanno preso parte anche il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, l’europarlamentare Carlo Fidanza, il giornalista Fabrizio Guerrini, il direttore del Parco tecnologico Francesco Salamini e l’agricoltore Italo Ceruti, premiato con un riconoscimento insieme a Teresa Ercoli.

Autore di un riferimento diretto alla realtà lodigiana è stato invece l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava, che dopo aver rivendicato la natura intensiva dell’agricoltura lombarda, è tornato sulla vicende del commissariamento del Consorzio Agrario: «Per quanto questa situazione mi preoccupi, ripeto che non ci posso fare nulla: il mio assessorato non ha competenze, in Regione l’unico referente utile è l’assessore al lavoro Valentina Aprea, ma mi risulta che nessun sindacato le abbia mai chiesto l’apertura di un tavolo di lavoro». Fava ha riservato una battuta anche ai “padroni di casa”, i vertici del Parco Tecnologico Padano, il cui consiglio d’amministrazione è composto da rappresentanti del Comune di Lodi, della Provincia e della Camera di commercio: «Se il Ptp vuole davvero giocare un ruolo chiave - ha detto Fava - occorre ripensare la sua governance in una prospettiva più ampia: non deve rimanere nelle mani di un’enclave territoriale, ma aprirsi ad altre realtà». Sulla prospettiva di una diretta partecipazione della Regione alla governance, Fava smentisce, rimandando alla lettura di «un primo protocollo d’intesa che presenteremo fra un mese».

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