
L’aveva detto il primo giorno che era arrivato in visita a Lodi, quando non era ancora stato consacrato vescovo. Giunto in piazza della Vittoria, osservando il campanile del duomo, aveva subito dichiarato al gruppetto che gli stava attorno: «Salirò là in cima, per benedire la diocesi». La promessa l’ha mantenuta ieri, nel primo pomeriggio. Monsignor Malvestiti ha iniziato la salita alla sommità della torre campanaria del duomo attraverso le comode scale rimesse a posto nel corso del restauro di mezzo secolo fa, accompagnato dal prevosto della cattedrale don Franco Badaracco, dal direttore del «Cittadino» e dal fotografo Paolo Ribolini. Il gruppetto ha dovuto sostare per qualche minuto nel pianerottolo sottostante alle campane, in attesa che queste ultime battessero i tre quarti. Il vescovo si è poi affacciato ai quattro lati della torre, informandosi incuriosito a quali chiese appartengono i numerosi campanili che svettano dentro la città e alla periferia di quest’ultima, e quali sono i palazzi antichi e moderni che dal punto più alto di Lodi si osservano da una visuale tutta particolare. Dai quattro lati il vescovo ha impartito la sua benedizione alla diocesi di San Bassiano. La piazza della Vittoria in questi giorni fornisce uno spettacolo insolito se osservata dall’alto, in quanto coperta dalle bancarelle di Santa Lucia. E dopo aver individuato quali santi sono effigiati sulle singole campane e aver letto le dediche fuse nel bronzo, il vescovo è ridisceso all’interno del duomo. La torre campanaria della cattedrale non fu edificata all’epoca della costruzione di quest’ultima. Il vecchio campanile, infatti, si innalzava sopra il passaggio che collega la piazza Broletto a quella del mercato e fu lesionato nel 1522, dopo un incendio appiccato dai soldati spagnoli che avevano posto a sacco la città. La costruzione dell’attuale campanile ebbe inizio pochi anni dopo, attorno al 1540, su progetto dell’artista Callisto Piazza.
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