Il Lodigiano si prepara all’Expo 2015

Dall’ultima volta che è toccato all’Italia sono passati più di cento anni. Era il 1906 e la grande esposizione universale aveva illuminato Milano. Per il 2015, l’auspicio è che il Lodigiano si conquisti un posto prima fila. E le basi già ci sono. A dirlo la presentazione ufficiale di ieri sera, al Parco tecnologico padano, di “Lodi 2015”, la progettazione che istituzioni lodigiane - Provincia, Comune di Lodi e Camera di commercio in primis - , enti - come il Parco tecnologico padano, l’Università di Milano e il Cra - , aziende e associazioni di categoria, stanno allestendo per far diventare il Lodigiano il “fuori Expo” ideale.

Un comitato promotore già c’è, ed è aperto a nuove adesioni, come non mancano le idee, presentate ieri da Gianluca Carenzo, nuovo direttore del Parco tecnologico al parterre di cittadini, imprenditori e politici, anche di primisissimo piano e già impegnati in una partita delicata come quella di Expo, con i suoi 20 milioni di visitatori previsti e gli almeno 10 miliardi di indotto che potrebbe generare, come Maurizio Martina, sottosegretario di Stato a Expo, e Fabrizio Sala, sottosegretario a Expo di Regione Lombardia.

«Il rapporto tra Lodi e Expo è nato alcuni anni fa e nel 2010 abbiamo firmato l’accordo quadro con la Provincia e con Expo, oggi è il momento di presentare il progetto “Lodi 2015” - ha argomentato il direttore Carenzo - : i pilastri sono due, ovvero localizzazione e innovazione in campo agricolo e agroalimentare. La localizzazione perché il nostro è un territorio vicino a Expo, facile da raggiungere e con un comune denominatore con i territori vicini, quello dell’agroalimentare. L’innovazione perché abbiamo già una struttura di ricerca molto avanzata, fatta di partner diversi, come l’Università di Milano, che ha scelto proprio il territorio lodigiano per portare qui investimenti e strutture, il Cra e il Parco tecnologico padano, che si propone di essere un trait d’union».

La squadra di lavoro già c’è, come esistono già due macrotavoli tematici di lavoro, uno per gli aspetti scientifici - di cui si prenderà cura il Parco - , l’altro sul turismo, su cui sono pronte ad attivarsi le istituzioni. «Quello che vogliamo proporre con “Lodi 2015” se volete è anche banale, ma la sua forza sta nell’unione di tutte le proposte in un unico pacchetto in cui inserire aspetti scientifici, commerciali e turistici», ha aggiunto ancora il direttore Carenzo che è poi entrato nel merito delle prime proposte.

Tra le prime idee circolate, ci sono la creazione di occasioni di dimostrazione in azienda e di simulazione di processi agricoli alternativi, showroom di imprese che vogliono mettersi in mostra, l’accoglienza di delegazioni internazionali che potrebbero far tappa a Lodi, ma anche delle “demo - farm”, fattorie dimostrative dunque, in cui mettere in vetrina l’eccellenza della zootecnia animale, il benessere animale e la genomica, senza dimenticare le bellezze del territorio e il turismo enogastronomico.

«In tre mesi avremo un’idea più precisa del palinsesto di eventi da proporre - ha assicurato ancora il direttore del Ptp - , ma i tavoli di lavoro sono aperti a chiunque voglia portare idee e contributi». E a farlo potrebbero essere in diversi, dato che il tema Nutrire il pianeta di Expo, in terre in cui si coltiva e si producono beni che finiscono sulla tavola, è pane quotidiano per molti.

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