Il lodigiano che mette le ali ai purosangue dei lord inglesi

È lodigiano l’uomo che mette le ali ai migliori cavalli da corsa del mondo. È di Ospedaletto per la precisione. Si chiama Riccardo Giannelli ed è nato nel 1982. Nel suo stabilimento di Ospedaletto raccoglie materiali e semilavorati che restano a margine delle grosse produzioni e dà loro nuova vita e nuovi utilizzi. Una filosofia (solo all’apparenza semplice, in realtà un mix di inventiva e ingegno) che gli ha permesso di approdare in Inghilterra, in un’ex tenuta della regina Elisabetta, con il suo Ripes, un tessuto macinato in fibra di poliestere ideale per il sottofondo dei maneggi derivante dal “tessuto non tessuto” usato in alcune forme di coltivazione industriale. È stato Mehmet Kurt, un magnate turco da anni attivo in Inghilterra nelle corse equestri di alto livello, a scegliere il Ripes per la moderna pista da allenamento dei suoi cavalli che sta sorgendo nella tenuta di Kingwood Stud, ex tenuta della Corona inglese. Un anello da milleduecento metri di pista coperta dove i purosangue della scuderia di Kurt si allenano alloggiati in speciali briglie meccaniche a loro volta collegate a un binario che viaggia sotto la copertura dell’anello. Nello “shuttle”, la cabina di regia, un tecnico controlla e raccoglie in tempo reale i parametri di ognuno dei cavalli. L’evoluzione del vecchio tapis roulant, ma senza decisamente badare a spese. Di questo gioiello della tecnologia Giannelli si è occupato del sottofondo: «Un misto di Ripes e sabbia silicea - spiega tuffando le mani in un bidone pieno di questo materiale -. Il Ripes trattiene l’umidità e la rilascia in modo graduale riducendo la necessità di irrigare la pista al fine di evitare il sollevarsi eccessivo di polvere. Inoltre non permette al terreno di compattarsi, attutendo l’impatto del cavallo nel momento in cui gli zoccoli toccano terra. Il tutto si traduce in un maggiore benessere per l’animale». L’esigentissimo miliardario turco l’ha voluto di colore bianco e così è stato: «Per Kingwood Stud (che si trova nel Berkshire, contea a un’ottantina di chilometri da Londra, ndr) è stato realizzato un substrato di drenaggio con materiali inerti di varie dimensioni, poi lo strato di sabbia e Ripes infine uno realizzato con una soluzione acquosa a base di cera. Un ulteriore strato protettivo, anche questo richiesto espressamente dal nostro committente». Il circuito, vicino alle tenute reali di Windsor, è in fase di completamento e sarà inaugurato a fine marzo. Giannelli ci andrà («Con questo lavoro ormai vivo con la valigia pronta. Comunque mi piace viaggiare, girare il mondo») e non è improbabile che incontri la Regina Elisabetta, ex proprietaria della tenuta (prima che la Corona la vendesse a Kurt) la cui presenza è data per certa.

«A noi riesce difficile immaginarlo ma in Gran Bretagna le corse dei cavalli hanno una popolarità pari al nostro campionato di calcio - spiega -. Per rendersene conto basta mangiare in un qualsiasi pub. I televisori alle pareti trasmettono in diretta le corse con la gente che fa il tifo e conosce i singoli cavalli, famosi come i nostri campioni del pallone». La maxi “commessa” del magnate turco è arrivata nel corso di una fiera di settore: «Avevamo fatto una serie di tre fiere, tra Verona e Roma, con il nostro stand. Probabilmente siamo stati notati in quelle occasioni. Durante l’ultima si è presentato un manager, collaboratore di Kurt, che ha chiesto dettagliate informazioni e ci ha proposto di partecipare a un vero e proprio bando privato» racconta Giannelli. L’appalto chiedeva precise garanzie e documentazioni sia sui materiali che sui lavori che sulle imprese che vi avrebbero partecipato. «Alcune erano così severe che, per esempio, per la posa del fondo abbiamo deciso di rivolgerci a una ditta del luogo - prosegue Giannelli -. Il bando richiedeva infatti certificazioni tecniche rilasciate dalle autorità inglesi. Chiedere a un nostro partner italiano di conseguirle avrebbe dilatato enormemente i tempi. Anche per la fornitura di sabbia ci siamo rivolti a un’impresa inglese. Trasportarne tonnellate dall’Italia avrebbe avuto un costo enorme e sarebbe stata un’operazione inutile». Al di là del ritorno economico e della soddisfazione, l’appalto spuntato dalla Rimasport, la società di Giannelli, è un importante primo passo in un settore in espansione. Kingwood Stud è una struttura che la società di Kurt propone “chiavi in mano” a partner di tutto il mondo. Una struttura analoga sorgerà in Arabia Saudita e un’altra in Kazakistan. Entrambe con il Ripes di Giannelli.

L’aspetto curioso di tutta questa vicenda è che Giannelli non sa andare a cavallo. Ci ha provato una sola volta nella vita («Mi diedero la cavalla più tranquilla del maneggio. Era anziana, avrà avuto l’equivalente di 90 anni dei nostri») ma non ci fu niente da fare. Ai cavalli preferisce mettere le ali agli zoccoli. E osservarli prendere il volo dall’altra parte del recinto.

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