
PrimoPiano
Martedì 23 Agosto 2011
I cittadini temono di perdere i servizi
«Butteremo via una giornata per chiedere un documento»
Giù le mani da Terranova: i cittadini del piccolo Comune lodigiano abolito dalla manovra di Ferragosto non ci stanno a farsi cancellare in poche righe romane.
«Se sarà possibile fare una raccolta di firme per impedire l’abolizione del Comune, - ha commentato Cesarina Ferrari - io firmerò». E come lei tanti altri cittadini non vogliono perdere il loro punto di riferimento: il municipio, con l’ufficio tecnico, l’anagrafe e l’ufficio ragioneria, insieme ai tanti servizi offerti dal Comune, e la certezza di un interlocutore e una risposta alle proprie domande. «Se dovessimo unirci ad altri Comuni, magari più grossi, di sicuro finiremmo per essere un paese abbandonato, - ha spiegato Giuseppe Bruschi, con le mani affondate nella terra dell’orto - per non parlare dei servizi che perderemmo e delle file che ci toccherebbe fare in altri uffici: andrà a finire che perderemo una mattina intera per chiedere un’informazione o fare una carta». La signora Giuliana Schivo invece è arrivata mercoledì mattina all’ufficio anagrafe del municipio di Terranova: pochi minuti di attesa e in breve tempo ha potuto rinnovare la sua carta di identità: «Se chiude il Comune chissà dove ci toccherà andare», ha commentato. Dello stesso avviso è il signor Carlo Maffoni: «Se gli uffici di riferimento si troveranno a distanza, toccherà prender la macchina e gli anziani ne risentiranno».
«Se scompare il Comune, perderemo tutto, - ha avvertito il signor Giorgio Bonvini, seduto nella nuovissima piazza Falcone, davanti a un caffè bollente - qui c’è un paradiso e lo vogliono eliminare: tolto il Comune, se ne andranno tutti, le case non si venderanno e ci saranno tante conseguenze». Lo stesso sentore ce l’hanno anche Roberto Zani e Giulia Bonatti: vendono frutta al mercato di Terranova e tanti anni fa il loro Comune di provenienza, Faverzano, vicino a Manerbio, è stato cancellato, diventando frazione di Offlago: «È stato un bel disagio, i servizi sono diminuiti, e adesso se qui tolgono il comune di Terranova anche noi ne risentiremo come ambulanti». Il rischio è che Terranova diventi un “quartiere dormitorio”.
«Sono 37 anni che abito a Terranova, - ci ha raccontato la signora Annunciata Bassi - e qui c’è tutto: gli uffici, la farmacia, il medico, l’asilo, la ginnastica per gli anziani, ma se tolgono il comune a poco a poco scomparirà tutto». «Se la mettiamo sul piano del risparmio, - ha dichiarato Ettore Mazzoleni, che da Lodi in bici fa sempre tappa a Terranova - il problema dell’Italia non è certo il comune di Terranova».
Per Paolo e Francesca Corsi infine questi sono gli ultimi mesi in paese: con la piccolissima Alba, nata soltanto 4 giorni fa, si trasferiranno presto a Turano, per motivi personali. «Quello di Terranova è stato un comune efficiente, che ha garantito tanti servizi, oltre ad occasioni di festa capaci di creare comunità e aggregazione», hanno spiegato i neo genitori, spingendo la carrozzina della piccolissima Alba, a cui crescendo forse racconteranno le sue prime giornate di vita a Terranova: un Comune con una storia e una tradizione, cancellate dallo Stato per qualche manciata di euro.
S. G.
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