Fulvia Celisa (Regionali - Lista Maroni Presidente)

Fulvia Celisa è nata a Lodi nel 1953, e tuttora ci vive. Sposata, ha un figlio e ora è anche nonna di Giulia. Con il diploma di abilitazione magistrale, è stata componente del consiglio di istituto del Liceo scientifico e dal 1994, anno della fondazione a Lodi, è nel Cda dell’Abio, l’Associazione per il bambino in ospedale. Dal 1997 ne ricopre la carica di presidente, ora in aspettativa. È membro del Comitato Etico dell’ Azienda ospedaliera della Provincia di Lodi.

Come nasce la sua candidatura?

«La mia candidatura nasce da una precisa richiesta della segreteria cittadina e provinciale della Lega Nord. Dopo attenta riflessione ho accettato, poiché condivido il programma di Roberto Maroni».

Qual è la priorità che indicherebbe al nuovo presidente della Regione?

«Al nuovo presidente delle Regione Lombardia chiedo, quale priorità assoluta, un intervento a favore del rilancio del lavoro: abbassamento dei costi, fiscalità a vantaggio delle imprese per attirare e trattenere i capitali e per riportare sul territorio le nostre imprese. L’imposizione fiscale è, oggi, assolutamente da rivedere. Doveroso è un maggiore accesso al credito per famiglie ed imprese. In tanti ne parlano, ma solo nel programma di Roberto Maroni ci sono risposte concrete».

E per il Lodigiano? Quale tema deve essere portato avanti dai candidati del territorio?

«Anche per il nostro territorio, costituito da persone generose ed intraprendenti, la priorità è il rilancio del lavoro. Se le aziende piccolissime, piccole e medie di tutti settori ritroveranno la strada, verrà risolto pure il grave problema dell’occupazione, di chi, pur giovane, l’ha persa e di chi non è ancora riuscito a trovarla».

Quanto è importante il volontariato nel segmento socio-sanitario e come si può valorizzarlo?

«Il volontariato in genere, e quello socio-sanitario, in particolare, occupa un posto di primo piano nel tessuto sociale della nostra regione. Non per nulla una delle peculiarità essenziali che identifica e qualifica la nostra Lombardia, accanto a persona, famiglia e comunità religiosa, è quella della sussidiarietà orizzontale, assente in altri statuti delle regioni non a statuto speciale. Proprio per l’importanza che ricopre il volontariato occorre che venga stabilizzata la legge del 5 per mille con tempi e aliquote certe per l’erogazione. Anche l’imposizione dell’Iva al 2 per cento è da rivedere. Parte proprio da qui, assieme al rilancio del lavoro, il mio impegno civile che porto in politica».

Come vorrebbe fosse la Lombardia tra cinque anni?

«La Lombardia tra cinque anni dovrà per forza di cose essere diversa: tanto è già stato fatto in questi anni e i dati ufficiali, forniti da fonti governative, Istat e agenzie del territorio lo attestano. Ma solo se ripartirà la locomotiva del Nord si riuscirà a stare al passo con ciò che i tempi richiedono e richiederanno. La gente del Nord, e i lombardi in particolare, sono il prodotto dell’operosità, dell’intraprendenza, dell’attività e dell’intelligenza degli uomini e delle donne che hanno caratterizzato il lavoro nei liberi comuni. È nel nostro Dna il “fare”. È essenziale avere, quindi, più autonomia per mettere in atto quelle riforme che tanto serviranno anche al resto d’Italia».

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