Franco Lucente (Regionali - Fratelli d’Italia)

Avvocato e da quattro anni sindaco di Tribiano, il più votato alle “primarie” di Fratelli d’Italia per rappresentare il movimento in Regione, Franco Lucente, appena 37 anni, è pronto per lanciare la sua scalata per un seggio al Pirellone. E lo fa dopo la coraggiosa fuoriuscita dal Popolo della Libertà di cui era rappresentante del direttivo.

«Sono grato al Popolo della Libertà per la fiducia che mi ha accordato nel percorso politico intrapreso assieme. La situazione all’interno del partito, però, era diventa insostenibile: in una sola formazione convergevano forze di diversa estrazione, in taluni casi eccessivamente distanti tra loro. Così, quando si è presentata l’occasione ho scelto di confluire in Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale senza batter ciglio per perseguire i valori nei quali mi identifico».

In caso di elezione cosa succederà, visto che lei è anche sindaco di Tribiano. Intende lasciare il suo incarico in municipio?

«Qualora venissi eletto nel Consiglio regionale della Lombardia purtroppo, in base alle disposizioni vigenti di legge, sarò costretto a lasciare l’incarico. Un rammarico che viene colmato dai rilevanti risultati portati a termine, mantenendo fede al 90% degli obiettivi prefissati nel programma elettorale dell’anno 2009. Comunque, a onor del vero, non posso che essere favorevole al vincolo che impedisce la conservazione di più incarichi istituzionali, appannaggio di un certo tipo di politica che non appartiene alla mia persona».

Sarebbe la sua prima volta da consigliere al Pirellone, ha già messo in fila quelle che saranno le sue priorità per il territorio?

«La mia candidatura scaturisce dalla volontà di non restare a guardare. L’obiettivo prioritario riguarda l’intensificazione dei rapporti e relazioni tra l’organo regionale e gli enti che disseminano i suoi confini, in modo tale da rendere più agevole la burocrazia e far fronte con più prontezza ai problemi sollevati dai cittadini, a cui i politici devono dare maggior ascolto e attenzione. Il mio impegno sarà inoltre profuso alla conservazione della memoria agricola del territorio e al prosieguo del percorso avviato in precedenza verso l’eccellenza sanitaria».

Perché nel Sudmilano dovrebbero sceglierla?

«Per la prima volta il Sudmilano potrebbe avere un rappresentare in Regione Lombardia al quale fare riferimento. Andando a ritroso di almeno trent’anni nel retaggio storico locale, non mi sovviene il ricordo di alcun esponente politico che sia cresciuto in questo territorio e da qui partito per spendersi con gli enti superiori al fine di portare avanti gli interessi di questa importante area dislocata alle porte di Milano».

Da “portavoce” del territorio a quali istanze farebbe da cassa di risonanza?

«Ho una grande consapevolezza delle preoccupazioni e delle esigenze generalmente condivise dalla popolazione, perché io per primo vivo le difficoltà che insistono nel Sudmilano, ad esempio i problemi viabilistici causati dal traffico dell’arteria stradale Paullese e dalla mancanza di un adeguato servizio di trasporto pubblico che dovrebbe comprendere anche il prolungamento della metropolitana. E che dire delle altre infrastrutture e i collegamenti ciclabili? Io mi batterò per tutto questo».

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