Foroni: «Tagli non costituzionali»

«Gli argomenti portati dal governo a sostegno della soppressione delle nostre Province non stanno in piedi». A dirlo è il presidente della Provincia di Lodi Pietro Foroni, che ha preso la parola oggi a Roma durante la riunione indetta dall’Unione della Province italiane. Ma il problema è anche nel modo in cui il provvedimento è stato predisposto: «Con dubbi requisiti di costituzionalità, almeno nella parte che ci riguarda» ha detto Foroni di fronte ai colleghi delle Province a rischio. Insomma, il numero uno di palazzo San Cristoforo è d’accordo con la linea dell’Upi: l’articolo sui tagli alle Province va stralciato. Durante la riunione di oggi Foroni ha messo in dubbio i «presunti risparmi» generati dalla chiusura degli enti e dato che questo è il presupposto della manovra verrebbe meno il significato stesso della soppressione. Non solo: al mancato risparmio si aggiungerebbe l'inefficenza sia nella gestione dei beni delle Province che in quella del personale, dato che i dipendenti degli enti soppressi verrebbero trasferiti alle Regioni, portando alla creazione di «uffici sovradimensionati mentre resterebbero scoperti comparti che, invece, necessitano di una diretta gestione sul territorio». Quanto alla scelta delle Province da chiudere, Foroni ha definito i criteri utilizzati «alquanto discutibili» sostenendo inoltre che «non tengono conto dei principi di sovranità e autonomia territoriale».Domani, nel corso dell’audizione sulla manovra prevista in Senato, verranno presentate ufficialmente le proposte dell’Upi, che sostanzialmente ha approvato la proposta del presidente Giuseppe Castiglione: «Noi vogliamo rilanciare - spiega il presidente dalla Provincia di Catania-. Si stralcino le norme ordinamentali dalla manovra e si approvi subito una modifica della Costituzione per rivedere in modo coerente le dimensioni di tutte le Province in modo in ogni regione ognuno deciderà quali enti accorpare, come modificare i confini provinciali e quali eliminare, istituendo le Città metropolitane. Ma il processo non sarà calato dall’alto, le esigenze delle comunità e dei territori saranno prioritarie, rispetto alla dilagante propaganda di chi fa politica dal centro e preferisce proclamare vuoti slogan piuttosto che pensare al buon governo dei cittadini e della pubblica amministrazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA